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Ciao Elisabetta, economista
intelligente e amica speciale

Ci ha lasciate Elisabetta Addis, economista femminista di grande coraggio e generosità. Intelligente e originale, poco incline al compromesso, una sentita perdita per chi ne ha condiviso vita, attività e idee. Paola Villa ne ricostruisce un ricordo affettuoso

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Una economista femminista, convinta, tenace, e senza compromessi.

Una studiosa colta, intelligente, vivace, e curiosa.

Una personalità forte, positiva, ironica, affettuosa.

Una cara amica per molte di noi.

Un'amica speciale per chi ha goduto della sua compagnia nella malattia.

Ho conosciuto Elisabetta a metà degli anni ’90. Mi aveva invitato (senza conoscermi) per un seminario all’Istituto universitario europeo di Firenze dove era visiting professor, dopo il dottorato negli Stati Uniti. Portava una folta, lunga treccia castano scuro, e mi accolse con un gran sorriso. Non ricordo nulla del seminario (certamente su tematiche di genere) ma ricordo bene l’incontro con Elisabetta, a cui seguì simpatia e stima reciproca.

Elisabetta comunicava molto con il suo portamento – "sono fiera di essere sarda", "amo il mare e la vela latina di Stintino", "sono economista femminista" – e lo sguardo aperto, diretto e sincero. Da allora siamo rimaste in contatto, per condividere interessi di ricerca e coltivare la nostra amicizia.

Non sempre siamo riuscite a fare ricerca su temi di comune interesse, per i nostri problemi logistici di pendolarismo universitario: Elisabetta tra Roma e Sassari, io tra Milano e Trento. A Roma c’erano gli affetti: il marito Robert, un po’ stravagante e geniale, e le due belle e amate figlie, Marina e Cathy. A Sassari, c’erano le radici e l’università. L’avanti e indietro tra Roma e Sassari era necessario, ma molto faticoso, e riduceva il tempo disponibile per fare ricerca insieme, e tanto altro.

Ciononostante – senza lamentele – siamo riuscite a cogliere qualche occasione di ricerca, ed è stato per me un piacere lavorare con Elisabetta. La prima occasione è stata la collaborazione per una pionieristica ricerca sulle donne economiste nel mondo accademico italiano. Avevamo esplorato la composizione per sesso dei comitati editoriali delle riviste italiane di economia per mettere in luce le asimmetrie di genere tra chi gestisce le riviste e chi pubblica sulle riviste.

Quello stesso lavoro era stato ripreso, approfondito e pubblicato nel 2003 su Feminist Economics. A distanza di diversi anni, quel lavoro rientra ora in un filone di ricerca di attualità a livello internazionale. Il tema delle disuguaglianze di genere in ambito accademico era stato recentemente ripreso in un progetto di ricerca interdisciplinare – Prin Gea (Gendering academia) – Elisabetta aveva contribuito alla riuscita dell'impresa come colonna portante per la parte economica nella fase di progettazione. Era felice del successo – "non ho avuto mai tanti fondi di finanziamento"– ma non ha potuto partecipare alla sua realizzazione.

Ciao Elisabetta. Grazie per tutto quello che ci hai saputo donare. 

Riferimenti

Carabelli, Anna, Parisi, Daniela, & Rosselli, Annalisa (1999). Che" genere" di economista? La professione di economista nell'università italiana. Il Mulino, Bologna

Nota di redazione

Elisabetta Addis ha insegnato economia politica all’Università di Sassari. I suoi campi di ricerca sono stati l’economia del lavoro e del welfare, con particolare attenzione alle disuguaglianze di genere. In questo campo ha sempre unito l’interesse scientifico alla passione politica, mettendo generosamente le sue competenze di economista e di efficace e rapida scrittrice a disposizione di movimenti e attivismi. È stata tra le fondatrici di IAFFE, International Association of Feminist Economics, tra le prime a divulgarne le idee in Italia. Prima di Internet, ha avuto l’idea di svolgere un'indagine, imitata poi da molti, sulla composizione di genere dei comitati editoriali delle riviste accademiche di economia. Aveva spiritosamente ribattezzato “caserme” le riviste con presenza femminile zero.