Più nidi per tutti, una frase che si ripete di governo in governo, ma che andrebbe sostenuta con delle misure concrete. Il commento di Laura Branca, presidente dell'associazione Bologna Nidi
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La dichiarazione del Presidente Giuseppe Conte assomiglia a molte altre dichiarazioni, di altri politici, di altri governi che al di là del colore del partito, annunciano ciclicamente: “Più nidi per tutti”!
È un annuncio molto popolare, che piace a tutti, al grande pubblico e alle madri in particolare. È un annuncio che poi si rivela solo un annuncio per l’appunto, o poco più. Ma non fermiamoci alla semplice critica e analizziamo i fatti e la storia.
I nidi oggi sono pochi, sono mal distribuiti, meno al sud e in provincia, che in città, sono costosi, e ahinoi, cosa che si scrive e si dice raramente, sono mal gestiti. Le risorse impegnate per i bambini da 0 e 3 anni a livello statale sono state sempre poche: in 50 anni di attività i finanziamenti statali li contiamo sulle dita di una mano.
Ma ci sono stati e hanno prodotto risultati. Quali? Vediamolo insieme per capire meglio cosa fare, perché è questo che si chiede molto giustamente la professoressa Francesca Bettio in un articolo comparso su inGenere. Tanti o pochi, arriveranno certo delle risorse da investire, e la domanda è: come spenderli al meglio?
Uno degli ultimi finanziamenti, fallimentari, dedicati ai bambini di 0-3 anni è stato avviato nel 2012, dal Governo Monti, e si è concentrato al Sud. Svariati milioni, esattamente 670, destinati alle 4 regioni "cenerentola" del sistema: Campania, Sicilia, Calabria e Puglia.
Prima ancora che si concludesse il finanziamento, il commissario che ha gestito le risorse, il prefetto Silvana Riccio, scriveva nel Monitoraggio del piano straordinario nel 2013: “si evince che le risorse del PAC, per quasi il 50 % vengono destinate a servizi temporanei strettamente legati alla durata delle risorse che ne consentono la gestione” o più chiaramente, come scrivono alcuni consiglieri del comune di Modica (uno dei comuni a cui le risorse erano desinate): “non è difficile prevedere che quando i fondi si esauriranno ciò che resterà saranno le macerie di un servizio pubblico essenziale”.
I motivi del fallimento sono tantissimi ed erano abbastanza prevedibili fin dall’inizio. Se dagli errori non s‘impara però rimangono dolorosamente inutili.