Patrizia Quattrocchi

Antropologa, Università degli Studi di Udine. Esperta di antropologia medica, si occupa di salute e riproduzione, con ricerche sul campo tra i Lenca (Honduras, 1998), tra i Maya yucatechi (Messico, 2000-2009), in Spagna, Italia e Paesi Bassi (2010-2015) e in Argentina (2016-2017). È stata tre volte vincitrice del programma europeo di eccellenza Marie Sklodowska Curie. Ha indagato le politiche e le pratiche del parto non ospedaliero in tre paesi europei, la violenza ostetrica in America Latina e in Europa e dal 2024 è coordinatrice scientifica del progetto Horizon-MSCA-Staff Exchange International Platform on Obstetric Violence (Ipov - Respectful care), in cui coordina un partenariato internazionale di 19 istituzioni in 9 paesi, e un team di 40 esperte e professionisti della salute.

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Il riconoscimento della violenza ostetrica come forma di violenza di genere e violazione dei diritti umani sta aprendo la strada a interventi per contrastare un fenomeno diffusissimo, che ancora troppo spesso è considerato "normale", anche in Europa. Ce lo dice un rapporto della Commissione europea

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È anche ripensando il modo che abbiamo di rappresentare il corpo e le sue funzioni che possiamo innescare un processo collettivo e capire che tipo di nascite e che tipo di sanità vogliamo. Una riflessione antropologica

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