Foto: Unsplash/ Priscilla Du Preez

Nel Lazio un sostegno economico per le donne che escono dalla violenza

Politiche
3 min lettura

La Regione Lazio ha annunciato oggi un pacchetto di misure per la promozione delle pari opportunità e il contrasto alla violenza contro le donne: misure che vanno dal sostegno ai centri antiviolenza a un piano per il gender mainstreaming e includono l’applicazione del bilancio di genere come strumento di pianificazione e valutazione della spesa regionale.

In materia di contrasto e prevenzione, oltre al sostegno ai centri antiviolenza, vale la pena sottolineare lo stanziamento di 700.000 euro per i progetti di prevenzione nelle scuole e la stabilizzazione della misura sperimentata dal 2015 di sostegno agli orfani di femminicidio: un contributo di 10.000 euro per il primo anno e 5.000 per i successivi fino al raggiungimento del ventinovesimo anno di età.

L'aspetto più innovativo del pacchetto è però l’istituzione di un “contributo di libertà per la fuoriuscita dalla violenza”. Una misura attesa da tempo e auspicata da più parti.

Il contributo è rivolto alle donne prese in carico dalla rete delle case rifugio e serve a sostenere l’autonomia delle donne e i costi legati a un percorso di fuoriuscita dalla violenza come per esempio una nuova  casa, o il cambio di scuola dei figli, o servizi di cura per poter cercare e affrontare un nuovo lavoro. Sostenere economicamente le donne in questo passaggio delicato è una misura volta a rafforzarle ed evitare che ricadano, per bisogno, nel passato.

Secondo le operatrici di DiRe la rete italiana dei centri antiviolenza, infatti, una percentuale significativa di donne vittime di violenza domestica ritorna dal partner violento per le difficoltà economiche che affronta nel percorso di fuoriuscita. Soprattutto quando l’ex partner detiene il potere economico e sociale e il controllo completo sulle finanze e sulle risorse familiari.

Molte donne, oltre ai traumi legati a una relazione abusante, devono fare i conti con i problemi emotivi e psicologici legati alle scarse risorse: alcune arrivano a separarsi gravate dai debiti in molti casi commessi dall’ex partner, spesso l’uomo violento ha fatto sì che lei lasciasse il lavoro e nella maggior parte dei casi è lui a prendere il controllo di tutte le risorse economiche. In questo modo le donne sono disabituate a gestire il proprio denaro. Se sono ospiti di una casa rifugio – spesso perché in pericolo di vita – si ritrovano senza casa e con le poche cose che hanno potuto portare con sé.

La fuoriuscita dalla violenza implica anche una riorganizzazione materiale della propria vita. In più, interrompere una relazione violenta ha un costo – per esempio trovare una nuova casa, pagare una caparra, traslocare e tutte le spese che un cambio di abitazione implica. A questo possono aggiungersi ulteriori difficoltà: avere uno o più figli a carico, essere fuori dal mercato del lavoro, non avere una casa di proprietà, avere difficoltà ad accedere o non avere accesso al credito. Come conseguenza di tutti questi fattori combinati, molte vittime di violenza domestica che avevano trovato il coraggio di porre fine a una relazione decidono di ricominciare. 

Oggi nel Lazio le donne hanno uno strumento di sostegno in più, un fondo di 583.000 euro a cui accedere per il proprio percorso di autodeterminazione.