Storie

In fondo al desiderio. Dieci storie di procreazione assistita, di Maddalena Vianello (Fandango, 2021): un'indagine articolata attorno alla maternità come questione che riguarda tutte, non solo chi la sceglie

In fondo
al desiderio

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Quando apro il libro per recensirlo, la dedica di Maddalena Vianello è circondata da geroglifici di matita. Appunti presi qui e là, numeri di pagine annotati, pensieri, sensazioni. Segni di tracce che le storie raccolte in questo volume hanno certamente lasciato. La prima sera che l’ho aperto sono letteralmente sprofondata dentro la lettura, fin dalle prime pagine, facendo nottata sul balcone e ritrovandolo l’indomani inumidito dalla prima pioggia romana dopo la fine dell’estate.

Una prefazione firmata dall’autrice apre il volume. Maddalena Vianello spiega le ragioni che hanno mosso questa ricerca: la diagnosi di sterilità, il percorso di procreazione medicalmente assistita. Si parte da un’esperienza che l’autrice stessa ha conosciuto sul suo corpo. "È bastato cominciare a raccontare la mia storia per scoprire di non essere sola nella stanza" dice (p. 8). L’introduzione di Barbara Leda Kenny fotografa come solo con i numeri si può fare l’entità del problema, chi è inclusa/o nel discorso e chi resta fuori dalla rosa degli aventi diritto. Già “in Spagna la legislazione è molto più permissiva” denuncia Sara (p. 51).

Il libro poi si apre alle dieci storie, la prima di Maddalena, poi Sara, Barbara, Angela, Katharina, Tina, M., Paola, Lorenza e Marilena. Alcune di queste storie sono accompagnate da paesaggi più o meno distanti: la Puglia, Friburgo in Bresgovia, il Sud Africa, Nuova Delhi. La maggior parte sono immerse in squarci di percorsi romani: strade, traffico, giardini e bar, luoghi di appuntamenti che Maddalena Vianello raggiunge con registratore e quaderno.

Un filo comune attraversa le dieci storie: si dicono tutte donne, e tutte hanno costruito vite differenti attorno a questa identità. Giornaliste, artiste, scienziate, ministre, segretarie, libraie… persino l’editrice Tiziana Triana, che ha reso in parte possibile questa operazione, sono segno che la maternità è una questione che riguarda tutte, anche chi sceglie – e perfino non sceglie – di non essere madre, e lascia che sia il tempo a decidere, perché è una questione troppo grande.

Ogni storia è offerta a Maddalena Vianello dopo che l’autrice stessa ha donato la sua, in uno scambio che fin dalle prime intenzioni è già politica.

I corpi che portano queste esperienze pongono interrogativi importanti, direi urgenti, terreno comune tra tutti è l’esperienza del limite: quello che si frappone tra il desiderio di maternità e il corpo, tra la tecnologia e la sessualità, tra ciò che si tiene per sé e quello che può essere messo in condivisione.

Il dolore, ancora, è un sentimento che ricorre, talvolta avvolto da sfumature "tossiche" dice Maddalena (p. 33). Il senso di vuoto di fronte al pieno della pancia delle altre, ma anche “il desiderio di maternità antico e innato (M., p.167), forte e presente, irrimandabile, che non opacizza però la pienezza di vite di donne anche senza l’esperienza di maternità o le libertà delle scelte delle altre (Lorenza, p. 208). Uno spazio essenziale anche per dire che quella gravidanza, tanto desiderata, non la vuoi più (Tina, p. 143).

È questo il femminismo che si invoca, quello che ha fiducia e sa tenere insieme le contraddizioni lasciandosi interrogare, non certo quello che regola una volta per tutte. E ancora, il piano delle possibilità, quelle dettate dalla tecnologia e dell’accesso restrittivo della Legge 40, emerge devastante per la sua intromissione nelle vite di chi non conosce. Diritti che in questo paese sono offerti a condizioni stringenti, a chi – non per riconfermare, ma per una libera scelta – somiglia apparentemente di più a una famiglia “naturale”. Un mercato che fa profitto “senza grandi differenze fra le strutture pubbliche e private” (Tina, p. 146), “una condizione spiazzante anche per una scienziata” dice M. (p. 161). E poi una scienza tanto ingombrante, anche per l’invasività dei trattamenti, e la supponenza di alcuni che li somministrano (Paola, p. 179), ma al tempo stesso tanto fragile nelle sue incertezze (M., p.167).

Infine, il piano del gesto politico, quello di raccontare, perché altre possano sentirsi libere di farlo e non “difettate” (Barbara, p. 75; Lorenza, p. 205; M. p. 155). E in alcuni casi, l’arrivo di quelle bambine/i portate/i in tanti modi e circondate/i da tanti tipi di amori (Angela, p. 100). Amori che implicano soprattutto la preservazione di se stesse, e il limite che ciascuna può individuare: “un bambino non è una buona ragione per mettersi a repentaglio”, dice Katharina (p.119). 

ll tempo della costruzione del libro è sufficientemente presente da abbracciare il passaggio da quel mondo in cui la pandemia che ha tolto gli abbracci era lontana, e quello più recente in cui la distanza sociale ha segnato un confine di perdita, quella di ciò che può passare solo attraverso un contatto tra corpi.

Sullo sfondo, ma non troppo celate, le tante amiche, conoscenti, donatrici, dottoresse, e gli uomini, che con generosità, amicizia, vicinanza, coinvolgimento, limiti, increspature, intelligenza e competenza hanno offerto i loro sentimenti e il loro supporto.

Un libro di cui c’è bisogno, e penso a questo punto ‘chissà chi leggerebbe le storie di chi è stata/o accanto e ha accompagnato queste esperienze di desiderio di maternità, senza volerlo per sé?’. È presto detto, e un’immagine si fa nitida, è nella politica femminista, nel pensiero e nelle pratiche in relazione che trovo una risposta. Maddalena Vianello compie con questo testo un gesto di relazione, si affida e chiede affidamento, una domanda importante come pensa Marilena (p.221).

Una scrittrice cyborg, Maddalena Vianello, che presta la penna a emozioni intense, voci fortissime che custodisce nelle registrazioni, e resta intera nella scrittura di sé che si ancora agli appunti presi sulla carta del taccuino. 

Maddalena Vianello, In fondo al desiderio, Fandango Libri, Roma 2021

Leggi un estratto dall'introduzione
 

Venerdì 1 ottobre 2021 alle 15.00 l'autrice del libro sarà presente al Festival di Internazionale all'Ex Teatro Verdi di Ferrara, all'interno dell'incontro organizzato da inGenere per parlare di denatalità 'in salsa femminista'.