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Se oggi si continua a parlare del ruolo delle donne in agricoltura, di come la microfinanza possa incidere sull’indipendenza delle donne nel settore agricolo, lo si deve in gran parte al lavoro pioneristico di Ester Boserup

Pioniere. Ester Boserup e il
ruolo delle donne in agricoltura

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Foto: Flickr/Kheel Center

Una vita lunga quella di Ester Boserup - nata Børgensen, in Danimarca nel 1910 e scomparsa nel 1999 - piena di esperienze importanti, dal successo dei suoi primi lavori di economia agraria, già negli anni ’30, fino ai suoi impegni per lo sviluppo economico e civile, principalmente nell’ambito dei lavori delle Nazioni Unite, anche in ottica di genere. Cinquanta anni di contributi al dibattito economico, gestiti in piena indipendenza, senza mai essere catalogabile in alcuna scuola di pensiero economico.

Certo, sia lei sia suo marito, Mogens Boserup, frequentavano da giovani i circoli marxisti di Copenhagen; lei stessa si definiva comunista, ma in modo indipendente dal partito comunista danese. Notò presto delle affinità tra Marx e Keynes, nella comune critica dei meccanismi automatici verso l’equilibrio, tipici della teoria neoclassica.[1] È in quel contesto che riuscì ad affrancarsi dal dogmatismo delle posizioni marxiane, che descrisse come una forma di teologia "i cui seguaci non fanno realmente ricerca, ma si fanno portatori di esegesi dogmatiche e di esami delle rivelazioni del maestro".[2]

Nel dopoguerra troviamo i Boserup a Ginevra, nell’ufficio studi della commissione economica per l’Europa, a stretto contatto con Nicholas Kaldor, che ne era a capo, e con importanti economisti internazionali come Gunnar Myrdal e Jan Timbergen, premi Nobel rispettivamente nel 1974 e 1969. Nel 1960, tornano in Danimarca, il marito diventa professore dell’Università di Copenaghen mentre lei continua a lavorare come libera ricercatrice, passando da progetto a progetto. È in questo contesto che Ester scrive il suo libro più noto The conditions of agricultural growth (prima edizione nel 1965), in cui sfida l’ipotesi malthusiana di crisi da sovrappopolazione, mostrando fiducia, e ottimismo, nei confronti dell’innovazione tecnologica indotta dal bisogno: famoso il suo motto "necessity is the mother of invention".

Le teorie di Boserup sono basate su osservazioni empiriche, descrivono un mondo non destinato necessariamente alla miseria, e alla riduzione dei salari, grazie alla crescita della produttività del lavoro agricolo dovuta alle innovazioni tecnologiche. Un mondo in cui le donne hanno un ruolo di primo piano.

foto: WikipediaNel 1970 pubblica il suo Woman’s role in economic development, quasi un manifesto per ciò che diventerà il programma Women in development (Wid) delle Nazioni Unite.[3] Boserup descrive per i paesi in via di sviluppo un sistema di produzione agricolo in cui gradualmente le donne passano da sistemi di produzione autogestiti che le vede economicamente indipendenti, a sistemi all’europea in cui finiscono con l’essere alle dipendenze dei coniugi, senza essere retribuite. L’attacco nei confronti dei colonizzatori europei è diretto e senza mezzi termini. Sono loro i responsabili “del deterioramento della condizione femminile nei settori agricoli dei paesi in via di sviluppo. Sono loro che hanno trascurato il ruolo della forza lavoro femminile quando hanno incentivato la moderna agricoltura commerciale e (...) promosso la produttività del lavoro maschile.” È la concezione europea del lavoro agricolo come lavoro maschile che ha persuas, in quelle società, gli uomini a diventare agricoltori, e a convincerli che sarebbero potuti essere più efficienti delle donne, a patto che abbandonassero la loro "tradizionale pigrizia".[4]

Il libro ebbe un grande successo: la prima traduzione in svedese arrivò nel 1971, seguita da quelle in danese nel 1972, italiano nel 1982, tedesco e francese nel 1983, indonesiano nel 1984 e spagnolo nel 1993. Ispirò largamente la decade dedicata alle donne dalle Nazioni Unite, dal 1976 al 1985: una sintesi del libro venne distribuita alla prima conferenza mondiale delle donne, tenutasi a Città del Messico nel 1975. Una versione ridotta venne distribuita a tutte le ambasciate statunitensi negli anni successivi.

Se oggi si continua a parlare del ruolo delle donne in agricoltura, di come la microfinanza possa incidere sull’indipendenza delle donne nel settore agricolo e di come il rafforzamento della condizione - non solo lavorativa - delle donne nei paesi in via di sviluppo passi attraverso forme innovative di produzione, soprattutto agricola, lo si deve in gran parte al lavoro pioneristico di Ester Boserup.

I suoi contributi hanno il grande pregio di essere interessanti sia per gli specialisti sia per il grande pubblico. Non si è mai piegata alla crescente matematizzazione della disciplina economica e ha sempre privilegiato temi legati allo sviluppo civile, oltre che economico: la distribuzione del reddito, della ricchezza e del potere, tra persone, generi e società.

In occasione del suo ottantacinquesimo compleanno, un giornalista danese la intervistò chiedendole se si fosse ricreduta, dopo molti anni, sul pericolo della sovrappolazione; in modo per lui sorprendente, Ester rispose: “sono piuttosto molto preoccupata dal fatto che siamo sempre di più in pochi che in molti.” I dati le danno ragione anche su questo.

NOTE

[1] Nel 1936 scrisse e pubblicò un articolo su Keynes e Marx: “Some central economic problems in the light of the Marxian theory”, Nationaløkonomisk, 74, 421-35.

[2] Boserup, 1936.

[3] Poi confluito, dal 2010, nelle attività della United Nations Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women (UNIFEM), 

[4]It then seemed to follow that for the development of agriculture male farming ought to replace female farming. Many Europeans did all they could to achieve this.” ("E sembrò che per lo sviluppo del settore, l'agricoltura maschile avrebbe dovuto sostituire l'agricoltura femminile. Molti europei hanno fatto tutto il possibile per raggiungere questo obiettivo". Boserup 1970, pp.53-4).

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