Donne e scienza, molto è cambiato. Ma permangono stereotipi di genere nella ricerca scientifica. Eliminarli però può essere molto difficile, perché i cliché funzionano come mappe mentali che ci aiutano a interpretare la realtà. Meglio sostituirli con modelli positivi, valorizzando le novità che le donne portano nei loro team
Si comincia ad assimilare gli stereotipi fin da piccoli: diversi studi hanno notato la presenza di preferenze per i componenti del proprio gruppo (ingroup biases) già all’età di 3 o 4 anni, e subito dopo l’emergere di stereotipi razziali e di genere. In molti casi l’effetto dell’attivazione di uno stereotipo scompare dopo pochi minuti, ma indipendentemente dalla durata, a lungo andare il modo di pensare per cliché si rafforza. Inoltre gli studi mostrano che, una volta creato, basta poco per riattivare lo stereotipo, ad esempio il semplice disaccordo con qualcuno del gruppo stereotipato, e se il cliché viene rievocato con sufficiente frequenza, diventa cronico. Perciò anche se singolarmente sembrano innocui, quando sono veicolati dai media il loro effetto cumulativo può essere notevole. Una volta interiorizzati, attraverso i media, membri della famiglia, per esperienza diretta o in qualsiasi altro modo, a volte gli stereotipi si animano di vita propria e diventano “auto-perpetuanti”. Gli stereotipi di genere non scaturiscono dai ruoli sociali, ma ne vengono rinforzati in una specie di circolo vizioso. Secondo Evelyn Fox Keller, nel settore scientifico ci sono stereotipi negativi di vecchia data:
1. La scienza è neutrale e si occupa di cose (oggettività), mentre le donne di persone (soggettività).
2. L’identità femminile è legata al mondo naturale; quella maschile è fondata sulla separazione e il controllo sulla natura.
3. Il sapere maschile è più scientifico, analitico e oggettivo; quello femminile è basato sull’intuizione di tipo materno.
4. La scienza è razionalità ed è completamente separata dai sentimenti: è concreta e rigorosa, mentre le donne sono irrazionali ed emotive.
5. La scienza è ricerca di potere, mentre le donne cercano l’armonia.
Per Keller gli unici stereotipi positivi nel mondo della scienza sono a favore dei maschi e identificano le donne scienziate con modelli maschili. È stato provato che sia per i maschi che per le femmine, l’identità ideale è relativamente più mascolina di quando non sia nella realtà. Inoltre sia gli uomini che le donne tendono a desiderare di essere più “maschili” di quello che sono.
Come cambiano i cliché nella scienza. Gli stereotipi nascono quando l’integrità del sé è minacciata, fanno parte del nostro modo di affrontare le instabilità della nostra percezione del mondo. Questo non significa che siano buoni, ma solo che sono necessari per lo sviluppo mentale. Le disparità di genere nell’accesso all’istruzione sono quasi scomparse nei paesi occidentali, come alcuni limiti culturali e sociali. Ma nell’epoca dell’information overload (il sovraccarico di informazioni disponibili), gli stereotipi sopravvivono perché diventano dei gusci che incapsulano l’informazione in modo compatto ed efficace, e in questo modo si auto-rinfonzano e si auto-avverano. Se un individuo appartenente a un gruppo stereotipato esce fuori dallo schema precostituito, minacciando l’identità di un altro gruppo o di un’altra persona, di solito questi conservano lo stereotipo dividendolo in due sotto-tipi. Per esempio di fronte a una “donna brava in matematica” le persone che hanno pregiudizi di genere possono distinguerla dal resto delle donne “sentimentali, irrazionali e fragili” creando il sotto-tipo di “donna competente e capace”. La creazione di sotto-tipi rende ancora più difficile riconoscere gli stereotipi. Serve chiedersi allora se i vecchi stereotipi di genere nella scienza sono superati. I pregiudizi tradizionali non sono scomparsi, piuttosto le loro forme contemporanee sono difficili da individuare e anche chi ne è portatore può non esserne consapevole. Ci sono diversi modi per portare allo scoperto gli stereotipi: check-list, open ended approach e indirect mesurement (priming).
Nuovi stereotipi positivi. La rappresentazione delle scienziate è cambiata nella realtà. I fattori che contribuiscono al cambiamento dei vecchi cliché sono:
• I recenti dati statistici sulla presenza e il successo delle donne nel settore scientifico.
• Le nuove caratteristiche richieste dalle scienze post-moderne. Tra questi, il lavoro in gruppo: le nuove arrivate all’interno di un team di ricerca hanno un ruolo notevole e positivo nell’integrare i componenti precedenti. E l'etica: le donne mostrano un alto grado di responsabilità non solo ai massimi livelli ma in tutte le attività di ricerca, con particolare attenzione anche alle implicazioni sociali.
• Altre qualità sono necessarie, oltre alla preparazione scientifica. Per esempio, lasciare agli studenti la libertà di cui hanno bisogno: le donne riescono a garantire una maggiore la libertà ai ricercatori in formazione, che risultano così più maturi rispetto a quando vengono guidati passo dopo passo. Tenere sotto controllo il proprio Ego. Secondo Pierre-Gilles de Gennes (premio nobel per la fisica nel 1991) "I gruppi latini sono ossessionati dall’intelligenza….vogliono essere considerati come capaci e dotati di acume…..le donne sono meno propense a voler risplendere all’interno delle loro relazioni, a reclamare di sapere tutto, e questo dà loro autorevolezza. D’altro canto, insieme a una solida preparazione, hanno sensibilità e senso della realtà, qualità necessarie a qualsiasi team per conseguire buoni risultati".
Per superare gli stereotipi, bisogna rinforzare quelli positivi, oppure ricategorizzarli senza pregiudizio. Non potremmo funzionare senza ricorrere a degli stereotipi, i quali ci mettono al riparo dalle nostre paure più pressanti allontanandole e rendendoci possibile agire come se la loro causa fosse al di là del nostro controllo. Sono categorizzazioni usate per costruire “buon senso” o “saggezza”, ma poi diventano qualcosa di più perché di solito non siamo consapevoli di usarli, perciò non è possibile intervenire per correggerli. Comunemente il modo per cambiare i modelli sommari è fornire agli individui informazioni sulla loro infondatezza. Di conseguenza per innescare delle trasformazioni nello stereotipo basterebbe semplicemente assumere la prospettiva di persone che consideriamo diversi da noi, esterni al nostro gruppo, e guardare il mondo con i loro occhi. Un atteggiamento che può ridurre notevolmente la preferenza per i propri simili (ingroup bias) e il ricorso a stereotipi, e può persino portare a cambiare modelli sommari inpliciti. Secondo alcune ipotesi, per esempio, il contatto tra i gruppi che lavorano insieme aumenta le relazioni positive, a patto che il contatto stesso sia positivo. Il cambiamento avviene solo se si è motivati o se si ottengono dei vantaggi, e quando cambiare lo stereotipo non comporta minacce. Nelle questioni di genere questo significa che bisogna affrontare i problemi tra uomini e donne nelle organizzazioni. Si possono ottenere cambiamenti indiretti tramite azioni positive, come creare nuovi modelli di donne scienziate. Questi nuovi modelli devono essere esenti da generalizzazioni triviali o semplificazioni mediatiche, e non devono essere confusi con modelli di ruoli o con personificazioni di stereotipi. Per esempio il cliché positivo della donna che si occupa di allevare e curare può essere usato come giustificazione per confinare tutto il genere femminile nei settori dell’infanzia e dell’insegnamento.
Le donne stanno combattendo per cambiare il loro ruolo di genere, ma possono riuscirci solo in alcuni modi:
- Adottare tratti maschili (androginia). L’emancipazione femminile ha continuato a idealizzare i valori maschili, nonostante abbia rovesciato i ruoli sociali. Minimizzare le differenza di genere è una sconfitta per le donne, poiché svilisce o sottovaluta la loro capacità di essere madri.
- Integrare tratti maschili e femminili e fare in modo che anche gli uomini adottino caratteri e ruoli femminili. Sarebbe la soluzione definitiva per le donne, ma non si sa per quale ragione e per quali benefici gli uomini avrebbero rinunciando alla loro supremazia. Tutto sommato si trascura che sarà necessario un vero e proprio scontro fra i sessi. Bisognerebbe tener presente che nessuna ricerca sugli uomini è stata focalizzata sulla riduzione degli stereotipi automatici negli anni.
- Mettere le capacità individuali al di sopra del genere per infrangere la rappresentazione binaria di uomini e donne. Questa posizione sembra più congeniale ai ricercatori giovani, che antepongono le competenze personali alle questioni di genere.
Articolo pubblicato anche sul sito del progetto Genis Lab (The Gender in Science and Innovation)
In allegato il paper originale sintetizzato in quest'articolo.