Foto: Unsplash/ RhondaK Native Florida Folk Artist

La parità deve partire dalla cultura

Dati
3 min lettura

Stando ai dati Eurostat, le donne in Europa rappresentano in media il 47,7% delle persone occupate nei settori culturali e creativi. Tuttavia, se si guardano le situazioni specifiche e i ruoli ricoperti dalle donne che scelgono di intraprendere percorsi e carriere in questi settori, le disuguaglianze e le discriminazioni vengono a galla.

Nei musei delle principali città, le esposizioni di artiste donne sono la minoranza (dal 18 al 40% del totale), mentre nella maggior parte dei casi i corpi rappresentati dalle opere sono proprio corpi di donna.

Nell’intento di raggiungere la parità in questo settore, l’Unione Europea, tramite la Direzione generale dell'Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura della commissione Europea, in collaborazione con il gruppo di ricerca Open method of coordination, ha dedicato al tema il rapporto Verso la parità di genere nei settori culturali e creativi.

Lo studio, scritto da Amelie Menzel, dello European Experts’ Network on Culture, spiega che nonostante le donne che lavorano nel settori culturali e creativi siano numerose, sono sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali e decisionali, sono pagate molto meno degli uomini, non hanno parità di accesso alle risorse produttive e il loro lavoro è spesso meno visibile e sottovalutato. Non solo. Un altro importante divario di genere, spiega il rapporto, riguarda il lavoro di cura. "Le donne sono ancora obbligate ad assumersi la maggior parte dei compiti di assistenza non retribuiti e quindi devono affrontare maggiori sfide nel conciliare lavoro retribuito e vita privata" si legge infatti.

In seguito alla crisi economica provocata dal Covid19, che sui settori culturali e creativi ha avuto un impatto particolarmente grave, l'Europa si è impegnata affinché i provvedimenti di ripresa vengano presi come un'opportunità per indurre un cambiamento sistemico proprio in questi settori.

"Il 14 dicembre 2020, il parlamento e il consiglio europei hanno raggiunto un accordo politico che garantisce 2,44 miliardi di euro di finanziamenti per il programma Europa creativa 2021-2027" spiega il rapporto. "Ciò rappresenta un aumento del 63% rispetto al bilancio 2014-2020 di 1,49 miliardi di euro e supera gli 1,85 miliardi di euro inizialmente proposti dalla commissione”.

L’incremento dei fondi alla cultura associato all’aumento di presa di coscienza rispetto alla necessità di promuovere un approccio intersezionale nel determinare e formulare provvedimenti volti a ridurre il gap di genere nei settori culturali e creativi, ha spinto l’Unione europea a firmare una relazione che punta dare priorità al talento femminile, sostenere le carriere artistiche e professionali delle donne e promuovere l'uguaglianza di genere.

Il rapporto elenca una serie di requisiti necessari alla realizzazione di una ripresa inclusiva ed efficace, sia a livello giuridico che finanziario ma anche culturale e politico, con particolare attenzione a lavoro di cura, violenza sessuale sul lavoro e accesso alle risorse e al mercato dell’arte.

"Arte, cultura e media" si legge ancora nel rapporto "in tutta la ricchezza delle espressioni culturali, hanno una capacità potente e indiscussa di promuovere l'uguaglianza, la diversità e l'inclusione sociale. Possono essere utilizzati per combattere efficacemente gli stereotipi dannosi, cambiare gli atteggiamenti e promuovere valori e modelli di ruolo necessari per società inclusive ed eguali. Questo potere di trasformazione deve essere sfruttato appieno". 

Leggi tutto il rapporto