Spazio pubblico, genere, disuguaglianze, mobilità, intersezioni. Ne parliamo con la geografa canadese Leslie Kern, autrice de 'La città femminista', tradotto in Italia da Treccani Libri

Città femministe

"Io e mio fratello ci trasferimmo a Toronto appena possibile, sviluppando un rifiuto per i sobborghi prima ancora di riuscire a pronunciare Yonge University – Spadina Line. Ma le nostre esperienze cittadine sono state molto diverse. Dubito che Josh sia mai rientrato a casa correndo e stringendo in mano le chiavi o che sia stato maltrattato per aver occupato troppo spazio con un passeggino. Dato che, oltre al colore della pelle, condividiamo religione, capacità, classe sociale e una buona parte del nostro Dna, devo concludere che quella di genere è la differenza che conta".

Inizia così La città femminista di Leslie Kern, portato in Italia da Treccani Libri (traduzione di Natascia Pennacchietti), un saggio attorno alle molteplici connessioni tra geografia e genere. Insieme a Minerva (Laboratorio su diversità e genere dell'Università Sapienza di Roma) e al network Casa.Di, nei abbiamo parlato con l'autrice in diretta dal Canada.