In Europa il 43% delle gravidanze non è pianificato

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In Europa più del 43 per cento delle gravidanze non è pianificato: a fronte di un accesso alla contraccezione che resta al di sotto del 70 per cento per le donne in età fertile che hanno una relazione stabile, la pianificazione familiare resta ancora una prerogativa di alcune. A ricordarlo è la seconda edizione dell'Atlante della contraccezione diffuso dallo European Parliamentary Forum on Population & Development (EPF) dedicato a monitorare la diffusione e l'accesso alle moderne tecniche di contraccezione in 46 stati dell'Europa geografica.  

Che in Italia la contraccezione non è per tutte lo avevamo già capito dal rapporto precedente, e davvero poco è cambiato in questi mesi. Infatti, nonostante il nostro paese sia salito di poco nella classifica - passando dal 52,2% al 55,8% nella scala che misura le performance dei singoli stati - non è ancora tra gli 11 paesi che offrono un sito internet istituzionale di informazione sulla pianificazione riproduttiva, né tra i 18 che prevedono rimborsi per le spese di contraccezione. 

In questa seconda edizione il rapporto ha voluto porre un accento particolare sulle politiche dei governi. I paesi che non garantiscono quasi alcun accesso alla contraccezione sono ancora 14, tra cui Grecia, Polonia, Russia e Ungheria. E nostante ci siano paesi all'avanguardia in questo senso come il Belgio, la Francia o il Regno Unito - che già prevedono schemi di rimborso per una gamma di contraccettivi, politiche per facilitare l'accesso alla contraccezione di fasce particolari di popolazione come giovani e donne a basso reddito, oltre a siti web utili e dettagliati sull'argomento - spiega il rapporto, ancora tutti i paesi analizzati hanno molta strada da fare per il raggiungimento effettivo degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite. 

Un'informazione adeguata è il primo passo per garantire una scelta libera sulla salute sessuale e riproduttiva, ricorda il rapporto, e considerando l'irrisorietà della spesa che comporterebbe, davvero è difficile comprendere perché la maggior parte dei paesi non attivi un sito internet istituzionale per spiegare quali sono e come funzionano i diversi metodi contraccettivi. Ancora troppo poco tra la popolazione è diffusa la conoscenza dei tipi reversibili a lunga azione di contraccezione, sottolineano le autrici del rapporto, come gli impianti contraccettivi sottocutanei che insieme alle spirali intrauterine sono considerati tecnicamente tra i più efficaci.

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