Laureata in giurisprudenza e lettere, dal 1999 è consigliere parlamentare. Dal 2004 lavora al Servizio studi della Camera dei deputati, dove è stata responsabile dei Dipartimenti Lavoro e Bilancio e politica economica. Attualmente è responsabile del Dipartimento Giustizia
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Roma, Catania, Messina, Brescia, Siracusa, Vicenza, Ancona. Allle amministrative di domenica si possono esprimere due preferenze, purché riguardanti candidati di sesso diverso. Debutta così uno strumento per la democrazia paritaria: ma se ne è parlato troppo poco. Mettiamola così: si può votare anche un uomo, oltre che una donna
Governatori e sindaci che si apprestano a fare le nuove giunte sono avvisati: per rispettare la parità non basta una donna, ma serve almeno il 40%. Lo ha stabilito il Tar del Lazio, bocciando la giunta di Civitavecchia. Una sentenza importante, destinata a fare scuola, a partire dalle prossime giunte. Anche regionali
Con la nuova legge elettorale comunale, debutta ovunque la doppia preferenza di genere e arriva la quota di lista nei consigli. E anche per le giunte si prevedono novità. Ma con alcune ombre. Ecco dove e a quali condizioni si può rompere il tetto di cristallo nella politica locale
Nel 1995 la Corte costituzionale si esprime contro le quote di genere, nel 2010 lo scenario si ribalta. Un articolo che ci guida attraverso i passaggi giuridici fatti in questo lasso di tempo. Cambiamenti che riflettono la mutata percezione sociale da una parte e lo scenario europeo dall'altra
120 milioni nel 2010, 242 quest'anno. E' il "tesoretto" delle donne, derivante dall'aumento dell'età pensionabile nel pubblico impiego. Doveva tornare alle donne, in forma di servizi. E invece è stato sparso qua e là: un po' all'Ici e un po' alle banche, spiccioli alle scuole private e qualcosa per l'università... Che ne sarà degli altri 3 miliardi?