Fino al 2008 professore di sociologia della famiglia all’università di Torino, dove ha anche diretto il CIRSDe, centro di interesse di ateneo per le ricerche delle donne e sul genere, dal 2006 al 2011 è stata professore di ricerca al Wissenschaftszentrum Berlin für Sozialforschung. Dal 2011 è honorary fellow al Collegio Carlo Alberto, Moncalieri/Torino.
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L'analisi dello schema di decreto sugli asili in discussione spiega perché i nidi non sono ancora uno strumento di pari opportunità per mamme e bambini
Con la nomina di Daria De Pretis alla Consulta, il presidente Napolitano rompe la vecchia regola non scritta per cui tra i supremi giudici c'era posto solo per una donna alla volta. Una lezione per il Parlamento, mentre continua lo stallo per i membri di nomina parlamentare. Forse perché lì non si vuole guardare oltre criteri come i legami (e il sesso) giusti
Ancora una riforma che, in tema di lavoro, punta solo a una ulteriore flessibilizzazione dei contratti. Le conseguenze saranno gravi per i giovani e per le donne. Ecco perché
La nomina di Giuliano Amato alla Corte costituzionale ha sollevato molte polemiche, ma nessuno finora ha fatto notare un piccolo particolare: la Consulta è una delle istituzioni più maschili d'Italia, con una sola donna su 15 giudici. La scelta di Amato conferma l'abissale squilibrio di genere. Alla faccia degli alti moniti sulla necessità di valorizzare le donne
Un confronto pubblico e un discorso privato, necessariamente mescolati: nel libro "Fra me e te" Mariella Gramaglia e Maddalena Vianello confrontano, discutono, intrecciano e contrappongono le strade di due generazioni di donne. Un dialogo epistolare senza sconti su come eravamo, come volevamo essere, come vogliamo essere
La conciliazione non ha funzionato perché ne è stata fatta una questione solo femminile, senza mettere in discussione la distribuzione dei compiti tra i generi. E senza considerare l'invecchiamento della popolazione. Ne parla il libro "Conciliare famiglia e lavoro", di cui pubblichiamo l'introduzione
Il congedo di paternità obbligatorio, di cui discutono i parlamenti europeo e italiano, è un passo avanti nel riconoscimento del diritto dei padri ad avere tempo di accogliere un nuovo nato. Ma non può essere uno strumento per raggiungere una maggiore uguaglianza tra padri e madri