Linguaggi

Le parole che usiamo per raccontare il mondo hanno il potere di rafforzare stereotipi e falsi miti legati al genere. Aidos diffonde una guida pratica rivolta a chi lavora nel settore dell'informazione e della comunicazione

Comunicare
senza stereotipi

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comunicare senza stereotipi
Credits Unsplah/Amador Loureiro

Le parole formano il mondo e i recenti fatti di cronaca hanno reso ancora più evidente come il modo in cui parliamo delle cose possa rinforzare pregiudizi e falsi miti legati alla costruzione culturale e sociale dei generi. 

È importante, quindi, specialmente per chi lavora nel settore dell'informazione e della comunicazione, utilizzare linguaggi che contribuiscano il più possibile a contrastare questi stereotipi tanto radicati nel senso comune da sembrare naturali. 

"Violenza sistemica e non emergenza, patriarcato e cultura dello stupro e non bravi ragazzi, femminicidio e non raptus" ricorda l'Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos), che nell'ambito del progetto Poster. Oltre gli stereotipi, ha appena diffuso online una guida pratica rivolta a "tutte le persone attive nel campo della comunicazione che vogliono promuovere l'uguaglianza di genere e sanno quanto i linguaggi e le rappresentazioni siano importanti per sostenere il cambiamento"

Oltre agli esempi su cosa dire e cosa invece evitare per "comunicare oltre gli stereotipi", la guida fornisce delle brevi checklist, che possono essere utili nel lavoro giornalistico per contribuire a sfatare alcuni dei miti più comuni sui temi della violenza di genere, dell'aborto e della salute riproduttiva, dei diritti delle persone Lgbtqia+.

Per ciascuno dei temi trattati, il vademecum riporta un elenco sintetico di risorse online dove reperire ulteriori informazioni. La rivista inGenere è presente come riferimento sul tema "donne nella sfera pubblica".

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