Prossima

A partire dalle ultime tendenze nel settore della moda, sulla piattaforma Onlyfans si moltiplicano i profili di ragazze generate dall'intelligenza artificiale dai corpi instancabili, nuove bambole di un mercato che potrebbe soffocare necessità e desideri delle donne reali

Le nuove bambole
del sesso artificiale

7 min lettura
Foto: Unsplash/Dynamic Wang

L’intelligenza artificiale (in inglese artificial intelligence, per abbreviare AI) è un fenomeno tutt'altro che nuovo. I primi esperimenti della disciplina sono iniziati negli anni Cinquanta del secolo scorso, quando nel New Hampshire un team di dieci persone è stato incaricato di brevettare una macchina in grado di simulare ogni aspetto dell’apprendimento e dell’intelligenza umana.

Oggi, i sistemi informatici intelligenti sono parte integrante dell’organizzazione del sapere. Come faceva notare Pedro Domingos, tra i più grandi esperti di computer science, nel suo saggio pubblicato in Italia nel 2016 da Bollati Boringhieri, il machine learning è ovunque, ci circonda. Quando apriamo un motore di ricerca, leggiamo le e-mail, facciamo shopping online, ma non solo, scrivendo su Word, aprendo app e guidando: tutte le nostre azioni sono manovrate da sistemi intelligenti che semplificano la nostra vita quotidiana. “La società sta cambiando un algoritmo di apprendimento dopo l’altro” scriveva Domingos. Quella che ci troviamo a vivere è una rivoluzione scientifica già in corso.

Ma cosa accade quando sistemi come Chatgpt rendono l’intelligenza artificiale accessibile a chiunque e in grado di svolgere funzioni prima inimmaginabili al di fuori dell'intelligenza umana? 

Chatgpt (abbreviazione di Chat Generative Pre-trained Transformerè una chatbot creata da OpenAi, un’organizzazione senza scopo di lucro attiva dal 2015, che ha come obiettivo quello di rendere l’intelligenza artificiale "amichevole e benefica per l’umanità". Tra le varie funzioni, il sistema può correggere e tradurre interi testi, fare riassunti, realizzare sintesi vocali, creare canzoni, voci e immagini. Non si tratta certo della sola piattaforma capace di creare contenuti, anzi ne esistono diverse, pensiamo a Midjourney, generatore di immagini che parte da un testo.

Il meccanismo è sempre lo stesso: da un input testuale, l’intelligenza artificiale è in grado di generare un’output che lo rappresenta.

Le potenzialità di questi algoritmi intelligenti sono inestimabili, nel caso particolare di Midjourney, la potenza sta nel creare figure molto simili a persone vere. Da qualche anno queste ‘persone’ sono approdate su social network come Instagram, dove esistono molteplici account di soggetti generati dall’AI, spesso si tratta a tutti gli effetti di modelle (e modelli), sponsorizzate e brandizzate dalle più famose case di moda. 

Sul sito della startup lalaland.ai, ad esempio, è possibile creare a pagamento corpi generati dall’AI che si comportano come modelle. E a marzo scorso la nota casa di moda Levi’s ha annunciato la partnership con lalaland.ai per diversificare l’industria garantendo più inclusività, sostenibilità e innovazione attraverso i corpi artificiali che ne avrebbero indossato i capi.

Sulla scia delle sempre più numerose immagini di corpi generati dall’intelligenza artificiale nel settore della moda che hanno iniziato a diffondersi online negli ultimi mesi, su Onlyfans, piattaforma d'interattenimento digitale che ha visto esploidere la sua utenza dopo la pandemia, sono nati diversi account collegati a modelle artificiali, generate dall’AI.

Onlyfans è un sito non gratuito, che permette agli utenti di produrre e fruire contenuti attraverso il pagamento di un abbonamento mensile o annuale. A stabilire il prezzo dei singoli contenuti sono gli utenti che li producono. La piattaforma permette di abbonarsi a qualsiasi tipo di contenuti, dalla cucina alla letteratura ai videogames, ma è con i canali +18 che Onlyfans gode della sua fortuna, una fortuna che si basa prevalentemente sull'intrattenimento sessuale.

Le immagini delle modelle sulla piattaforma generate dall’IA sono talmente realistiche da sembrare reali, diventa quindi davvero difficile stabilire la differenza tra la realtà e la sua imitazione. Ma la domanda da farsi è forse prima ancora un'altra: cosa succederebbe se le modelle generate dall’AI prendessero il posto effettivo delle migliaia di donne – reali – che lavorano con la piattaforma?

Essendo in grado di generare ragazze iper-reali e personalizzabili, quello che le intelligenze andrebbero a produrre sarebbero anche e soprattutto possibilità irrealistiche, modelli impossibili da raggiungere dalle persone appartenenti al mondo umano. Oltre a rinforzare un canone e a crearne di nuovi, le ‘modelle’ dell’AI possono creare contenuti continui, senza mai stancarsi o dormire. Non è fantascienza, ma una tematica già scottante che chiama in causa l’occupazione di sex workers e donne che con i guadagni di Onlyfans ci vivono. 

Sappiamo inoltre che l'utenza di Onlyfans è composta prevalentemente da un 87% di maschi, a fronte di un 10% di donne e un 3% di utenti che non dichiara il proprio genere. Secondo gli studi condotti da Stacey Diane Arañez Litam, Megan Speciale, Richard S. Balkin e diffusi nel 2021, il profilo dell’utente Onlyfans medio negli Stati Uniti è un maschio, probabilmente bianco (68,9% dei casi), sposato (98,5%), eterosessuale (59%), con un'età media di 29 anni. Chi produce contenuti sulla piattaforma invece è donna nel 70% dei casi.

Insomma, se la piattaforma si delinea come uno spazio di fruizione maschile, la produzione di contenuti è dominata da donne cisgender o trans.

Onlyfans è stata lanciata nel 2016, ma è soprattutto con la pandemia di Covid19 che numerose sex worker hanno trovato nella piattaforma un modo per sopravvivere: non potendo più incontrare i clienti dal vivo, sono riuscite a portare avanti la loro attività online. Il modello di business della piattaforma prevede che l’80% di ogni transazione effettuata è destinata in favore di chi produce i contenuti. Una percentuale vantaggiosa, che ne motiva l'utilizzo da parte delle sex worker. Insieme alla convenienza economica, meno probabilmente su questa piattaforma queste lavoratrici incorrono in discriminazioni che permeano i luoghi di lavoro tradizionali.

L'imprevisto che non era stato messo in conto è che la creazione di corpi artificiali potrebbe proliferare togliendo utenza alle migliaia di persone vere che lavorano con la piattaforma.

Isaac Asimov nel lontano 1950 sosteneva che secondo la prima delle tre leggi della robotica “un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno”. E se le modelle create dall’intelligenza artificiale saturassero il mercato della vendita di contenuti legati al corpo e confutassero questa legge? È una domanda lecita da porsi se intanto artisti come TheRRRealist su Twitter stanno sperimentando l’intelligenza artificiale nella produzione di contenuti pornografici. Sul profilo dell'artista, come sul sito DeviantArt, è possibile acquistare pacchetti di foto di modelle iperreali.

Tornando alle leggi della robotica di Asimov, oltre a chiedersi se l’intelligenza artificiale potrebbe davvero recar danno alle sex worker reali, andando a incidere sulle migliaia di persone per le quali Onlyfans rappresenta l’unica fonte di guadagno, c'è un'altra domanda che sarebbe il caso di porsi: chi crea modelle generate dall’AI? Potrebbe trattarsi di una sola persona o di un’azienda; in quel caso, i guadagni sarebbero concentrati nelle mani di pochi. Ma se pensiamo che la fortuna di Onlyfans è data soprattutto dalla fidelizzazione, per cui è la persona che crea un contenuto a fare la differenza, con immagini e video prodotti apposta per gli utenti, capiamo bene che la questione è più complessa. Se al momento la richiesta riguarda soprattutto i video, e l'intelligenza artificiale produce soprattutto immagini, sappiamo già che lo scarto nell'offerta potrebbe essere colmato nel giro di pochi mesi, e le questioni affrontate in questo articolo potrebbero risultare obsolete tra ancora meno tempo.

In ogni caso, quello che dovremmo cercare di continuare a capire è cosa possono perdere o conquistare le donne in questo cambio di paradigma.

Se studiose ambientali come Maria Mies e Vandana Shiva, tra le maggiori esponenti del pensiero ecofemminista, nei loro scritti e interventi hanno spesso guardato alla scienza in maniera piuttosto cauta, considerandola a pieno titolo un prodotto del capitalismo patriarcale che ha segnato l’Occidente; teoriche femminste come Donna Haraway hanno affermato che la scienza e la tecnologia possono offrire nuove occasioni di potere, e sta alle donne trovare piani di analisi e di azione al loro interno.

Seguendo quest'ultimo pensiero, se fossero le donne su Onlyfans a invertire il paradigma, utilizzando l’intelligenza artificiale per creare contenuti di cui loro stesse sono protagoniste, molto cambierebbe nell'immaginario e nelle pratiche.

Come dice Rosi Braidotti, il cyberfemminismo crea nuove raffigurazioni immaginarie che rappresentano una corporalità interamente attraversata dal fattore tecnologico, che diviene, così, una sorta di seconda natura. Solo in questo modo, reale e immaginario si fondono, andando a configurare una nuova idea di corpo.

In una recente intervista, alcune content creator attive su Onlyfans hanno affermato che l’AI potrebbe rappresentare un punto di svolta per la piattaforma, svincolando le persone dal produrre contenuti continui e permettendo loro di aggirare l’invecchiamento, la gravidanza o qualsiasi tipo di cambiamento a cui vanno naturalmente incontro i corpi. Tuttavia, la possibilità che soggetti terzi utilizzino l’intelligenza artificiale per creare contenuti pornografici a partire dall'immagine di una persona vera senza il suo consenso è davvero dietro l’angolo, e come nel caso di tutte le tecnologie nuove e ricche di potenziale, non potremmo trarne niente di buono senza la salvaguardia delle persone che le usano. 

Riferimenti 

Arañez Litam, S. C., Speciale, M. & Balkin, R. S. (2022). Sexual Attitudes and Characteristics of OnlyFans Users. Archives of Sexual Behavior, 51(6), pp. 3093-3103.

Braidotti, R. (2019). Materialismo radicale. Itinerari etici per cyborg e cattive ragazze. Milano: Meltemi.

Domingos, P. (2016). L’algoritmo definitivo. La macchina che impara da sola e il futuro del nostro mondo. Torino: Bollati Boringhieri.

Faggin, F. (2022). Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura. Milano: Mondadori.

Haraway, D. (2021). Manifesto cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo. Milano: Feltrinelli.

Kish, L. (2023). Are AI-generated models really going to replace human ones?

Kuhn, T. (2009). La struttura delle rivoluzioni scientifiche. Torino: Einaudi.

Mies, M. & Shiva, V. (2014). Ecofeminism. London: Zed Books.

Page, R. & Gorrell, B. (2023). We Asked OnlyFans Creators What They're Thinking About AI-Generated Porn.