Politiche

Dai livelli essenziali di assistenza al disegno di una nuova rete di aiuti, passando per finanziamenti, servizi domiciliari e caregiver. Dieci proposte per cambiare il lavoro di cura presentate in Lombardia, e che potrebbero applicarsi su tutto il territorio nazionale

Dieci proposte per
cambiare la cura

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Foto: Unsplash/ Clay Banks

Una rete di cure territoriali robusta, diffusa, competente: i mesi dell’emergenza sanitaria, che ora si rinnova con la seconda ondata epidemica, ne dimostrano l’importanza, ma siamo ancora lontani dal raggiungerla.

Ora si apre la strada per costruirla. In Lombardia, la revisione della legge regionale 23/2015, in scadenza, offre la possibilità di un ripensamento e una riorganizzazione delle cure domiciliari, tassello fondamentale dell’assistenza territoriale. Inoltre, la legge 77/2020 (ex dl rilancio) aumenta le risorse previste per i servizi di Assistenza domiciliare integrata (Adi), stanziando 734 milioni per le cure domiciliari. Si tratta di occasioni importanti per superare i limiti attuali.

Nella direzione di una nuova legge quadro nazionale sulla non autosufficienza, a lungo auspicata, siamo convinti sia questo il momento per avviare un percorso di adeguamento della rete di interventi domiciliari esistente, affinché sia più capace di affrontare le sfide, sociali e demografiche, che ci attendono domani. Se le nuove risorse si limitassero ad aggiungersi all’esistente, lasciando le cose come stanno, verrebbe sprecata un’occasione unica.

Ad oggi, l’Adi offre prestazioni di natura prevalentemente medico-infermieristiche e di durata limitata: si conta una media di 25 ore all’anno per utente. I bisogni delle persone fragili (persone con disabilità, persone non autosufficienti) sono invece continuativi nel tempo e riguardano, sempre più, sostegni e tutele anche “sociali”.

Crediamo allora urgente un ripensamento complessivo, sul lato sanitario e su quello sociale seguendo le direzioni che indichiamo in queste pagine. Esse riguardano l’intero paese: qui iniziamo a declinarle sulla Lombardia, la regione più popolosa e, com’è noto, più colpita dalla pandemia.

La nostra proposta principale è quella di avviare una ridefinizione delle cure domiciliari che superi la separazione tra aziende socio sanitarie territoriali e comuni ed estenda il campo degli aiuti possibili attraverso una sperimentazione regionale, che ponga le basi per un modello integrato di cure sociosanitarie e tutelari.

I nostri dieci punti riguardano: i livelli essenziali di assistenza, l'accesso ai servizi, una nuova missione per i servizi, un diverso perimetro del l'aiuto a domicilio, i/le caregiver, gli/le assistenti familiari, una nuova governance delle cure domiciliari, il servizio domiciliare delle cure primarie, il finanziamento delle cure, il ridisegno di una nuova rete di aiuti.

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