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Esiste un gap di genere nell'accesso ai finanziamenti. Per iniziare a colmarlo, negli Stati Uniti nasce la prima piattaforma di crowdfunding riservata alle imprenditrici

Il crowdfunding
delle imprenditrici

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Foto: Unsplash/ rawpixel

Le imprese guidate da donne sono in costante crescita e generano sempre più posti di lavoro. In America, ad esempio, il numero di imprese femminili è cresciuto del 30% dal 2007 al 2012, e le donne sono proprietarie o socie di maggioranza di circa il 36% delle imprese. A sottolinearlo è stata Karen Cahn, CEO di iFundWomendurante una recente intervista con la CNBC. A tale incremento, però, non è corrisposto un proporzionale aumento del capitale destinato alle imprese femminili. 

Negli Stati Uniti, spiega infatti Cahn "nonostante questi incredibili risultati, le donne continuano a ricevere solo tra il 2 e il 6% dei fondi di capitale di rischio. "Le imprenditrici, di fatto, devono lavorare di più rispetto ai colleghi maschi per essere finanziate" ha spiegato Cahn. "In altre parole, le donne, creano aziende con il 50% in meno di capitale. Vogliamo cambiare questo stato di cose". 

Sappiamo che mediamente le imprese guidate da donne nascono più piccole e si mantengono più piccole della controparte maschile, finanziandosi principalmente con capitale proprio. Pur se basato sulla volontà di contare solo sulle proprie forze, il più basso ricorso al capitale esterno sicuramente rappresenta un freno. Ma cosa guida l’accesso al capitale esterno? E cosa potrebbe aumentare la propensione a sceglierlo? 

Il crowdfunding può rappresentare in questa direzione una notevole risorsa per le piccole e medie imprese. Perché facendo ricorso alla massa, e al capitale che la totalità degli investitori decideranno di dare, il crowdfunding può assumere la forma sia di capitale di rischio che di capitale dato in prestito. La differenza rispetto al capitale esterno “tradizionale” è che qualsiasi soggetto privato può essere un investitore.

I progetti lanciati sulle piattaforme di crowdfunding prevedono di solito una piccola descrizione degli obiettivi che s'intende realizzare qualora i progetti vengano finanziati e le quote di sottoscrizione partono da piccole cifre (ad esempio 250 euro) rivelandosi uno strumento interessante sia per le piccole e medie imprese che come portafoglio per i piccoli investitori.

Certo, anche nel crowdfunding le donne che richiedono capitale esterno sono meno degli uomini. Ed è per colmare, almeno in parte, questo gap di genere che iFundWomen ha lanciato negli Stati Uniti il primo crowdfunding riservato alle imprenditrici. Una piattaforma che, oltre a offrire programmi di coaching, lancia progetti ideati da donne proprio per stimolare l'accesso delle imprese femminili ai finanziamenti.

Solo un esempio, per mostrare come le piattaforme di crowdfunding possano rappresentare uno strumento efficace per un'imprenditoria diversa. E chissà, potrebbe anche essere la volta buona per mettere in circolo proposte più innovative rispetto a quelle tradizionali sempre modellate su un pubblico maschile. L’interesse e la libertà di investirci è tutta nostra.