Dati

Le molestie sul lavoro hanno un impatto negativo sui salari delle donne contribuendo ad alimentare il divario di genere nelle retribuzioni. A essere penalizzate sono soprattutto le lavoratrici più qualificate e in posizioni manageriali. L'analisi di due economiste a partire dai dati Eurostat

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Molestie e salari
Credits Unsplash/Lena Polishko

Con la Convenzione n.190, dal 2019 l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) riconosce il diritto di tutte le persone a un mondo del lavoro libero dalla violenza e dalle molestie, comprese la violenza e le molestie di genere.[1]

Ratificata dall'Italia (secondo paese europeo, dopo la Grecia) il 29 ottobre 2021, la convenzione rappresenta la prima norma internazionale a fornire un quadro organico di intervento per prevenire e contrastare le molestie nel mondo del lavoro, ma soprattutto ne detta la prima definizione riconosciuta secondo cui le molestie sono un insieme di pratiche e di comportamenti inaccettabili che si prefiggono, causano o possono comportare un danno fisico, psicologico, sessuale o economico.

Gli effetti negativi e i costi delle molestie sessuali sono stati ampiamente documentati; tuttavia, pochi studi ne hanno analizzato l'impatto economico focalizzandosi sulle retribuzioni. 

Negli Stati Uniti è stata riscontrata la presenza di un effetto compensativo delle molestie sui salari, una sorta di indennizzo monetario per le impiegate esposte ad alti rischi di molestie sessuali sul luogo di lavoro. Tuttavia, questa compensazione salariale per bilanciare di condizioni di lavoro sfavorevoli si verifica solo per le donne bianche e non per le minoranze etniche.

Ci siamo quindi chieste se un simile effetto fosse riscontrabile anche per le lavoratrici europee. Utilizzando i microdati forniti dalla European working conditions survey (Ewcs, Eurostat) abbiamo studiato così la relazione empirica tra il rischio di molestie sessuali e i salari delle lavoratrici nei paesi dell’Unione europea.

Nell’analisi dei dati ci siamo anche ispirate alla letteratura sociologica che richiama diverse forme di molestie legate alle dinamiche di potere sul luogo di lavoro. In particolare, abbiamo voluto verificare la presenza, nel mercato del lavoro europeo, del cosiddetto “paradosso del potere”, espressione coniata in un articolo scientifico uscito nel 2012 sull'American Sociological Review per descrivere le molestie sessuali come una conseguenza della minaccia che la presenza delle donne rappresenterebbe verso il potere maschile nel mondo del lavoro.[2]

Riducendo le donne a oggetti sessuali, le molestie sessuali mirano a depotenziare la loro autorità sul luogo di lavoro e a minarne il ruolo di supervisione, in modo tale da rafforzare gli stereotipi di genere di matrice sessista e patriarcale nel mercato del lavoro.

Altri studi forniscono una conferma empirica alla letteratura, dimostrando che negli Stati Uniti, in Giappone e in Svezia le donne in posizioni manageriali sperimentano un maggior rischio di molestie sessuali, che oscilla tra il 30% e il 100% rispetto alle colleghe impiegate in diverse posizioni professionali con ruoli non apicali.

Nella nostra analisi prendiamo esplicitamente in considerazione le dinamiche di potere di genere nei luoghi di lavoro, esaminando l’impatto delle molestie sui salari delle lavoratrici e tenendo in considerazione la professione e la composizione di genere dell’ambiente di lavoro.

Se guardiamo i dati, possiamo innanzitutto affermare che in Europa non esiste un effetto di compensazione salariale per le lavoratrici esposte a un alto rischio di molestie sessuali simile a quello riscontrato negli Stati Uniti. 

Al contrario, l’alto rischio di molestie sessuali penalizza le donne, riducendone i salari e contribuendo così ad aumentare il divario retributivo di genere. Abbiamo infatti riscontrato un impatto negativo significativo del rischio di molestie sessuali sui salari delle donne occupate, che, in media, va a ridurne il salario orario dello 0,03%. 

Questo effetto negativo è maggiore per le lavoratrici altamente qualificate rispetto a quelle poco qualificate: il rischio di molestie sessuali riduce il premio salariale che le lavoratrici percepiscono per il fatto di essere impiegate in posizioni professionali apicali. 

Negli ambienti di lavoro in cui le posizioni apicali sono occupate principalmente da uomini, l’effetto negativo dell’incremento del rischio di molestie sessuali sui salari è maggiore. Nello specifico, il rischio di molestie sessuali riduce significativamente i salari delle donne che occupano posti di lavoro altamente qualificati dello 0,099% negli ambienti di lavoro in cui la maggior parte delle posizioni apicali sono ricoperte da uomini, dello 0,027% in quelli in cui la maggioranza di questi ruoli è occupata da donne e dello 0,059% dove c'è un equilibrio di genere nelle posizioni apicali.

Pertanto, possiamo concludere che in Europa le donne impiegate in occupazioni contro-stereotipate – sia in termini di status occupazionale (donne in posizioni apicali) sia in termini di composizione di genere (donne impiegate in ambienti di lavoro in cui la maggior parte delle posizioni apicali sono occupate da uomini) – sono altamente penalizzate, perché sperimentano le conseguenze più severe delle molestie sessuali sui loro salari. 

Questo tipo di pressioni va considerato dunque come un costo aggiuntivo per le donne, anche perché può agire come disincentivo rispetto all'accettare lavori altamente qualificati, andando a incrementare la segregazione orizzontale e verticale di genere nei mercati del lavoro europei.

È necessario, tuttavia, sottolineare che l'analisi quantitativa rimane estremamente limitata: la frequente normalizzazione delle molestie, i diversi livelli di consapevolezza e le norme sociali riducono la capacità di molte donne di riconoscere le loro esperienze come vere e proprie violenze a carattere sessuale. 

È quindi necessario raccogliere più dati sul fenomeno delle molestie, e concepire indagini a livello europeo che riescano a cogliere la complessità del fenomeno in un'ottica intersezionale. Solo in questo modo sarà possibile monitorare l’impatto di un quadro legislativo ancora debole e insufficiente in molti paesi europei.

L’analisi completa dell'impatto delle molestie sessuali sui salari delle donne in Europa è disponibile sul sito dell'Institute for new economic thinking.

Note

[1] Citando direttamente la Convenzione n. 190 "le molestie e la violenza di genere colpiscono sproporzionatamente donne e ragazze"; di conseguenza, la definizione delle misure a contrasto necessita di "un approccio inclusivo, integrato e in una prospettiva di genere, che intervenga sulle cause all’origine e sui fattori di rischio, ivi compresi stereotipi di genere, forme di discriminazione multiple e interconnesse e squilibri nei rapporti di potere dovuti al genere, [che] si rivela essenziale per porre fine alla violenza e alle molestie nel mondo del lavoro". 

[2] H. McLaughlin, C. Uggen., A. Blackstone, Sexual harassment, workplace authority, and the paradox of power, "American Sociological Review", 77 (4), pp. 625-647, 2012.

Riferimenti

O. Folke, J. Rickne, S. Tanaka, Y. Tateishi, Sexual harassment of women leaders, "Daedalus", 149 (1), pp. 180-197, 2020

J. Hersch, Valuing the risk of workplace sexual harassment, "Journal of Risk and Uncertainty", 57 (2), pp. 111-131, 2018

C.E. Hirsh, Beyond treatment and impact: A context-oriented approach to employment discrimination, "American Behavioral Scientist", 58 (2), pp. 256-273, 2014

H. McLaughlin, C. Uggen., A. Blackstone, Sexual harassment, workplace authority, and the paradox of power, "American Sociological Review", 77 (4), pp. 625-647, 2012

B.A. Quinn, Sexual harassment and masculinity: The power and meaning of girl watching, "Gender & Society", 16 (3), pp. 386-402, 2002

V. J. Roscigno, Discrimination, sexual harassment, and the impact of workplace power, "Socius: Sociological research for a dynamic world", 5, 1-21, 2019

V. Schultz, Reconceptualizing sexual harassment, "The Yale Law Journal", 107 (6), pp. 1683-1805, 1998

K. Stainback, T.N. Ratliff, V.J. Roscigno, The context of workplace sex discrimination: Sex composition, workplace culture and relative power, "Social Forces", 89, pp. 1165-1188, 2011