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Numerosi sono i progetti che in Tunisia sostengono le donne nell'avviare piccole imprese. Pubblicamente la retorica del microcredito dice che è per scopi sociali legati all'empowerment femminile. Ma la realtà è un'altra

La verità sul microcredito.
Il caso della Tunisia

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Il microcredito, così come la microfinanza, appaiono oggi come gli strumenti per eccellenza in grado di promuovere e sostenere il processo di emancipazione delle donne nei Paesi in via di sviluppo. Gli obiettivi che essi si pongono nella prospettiva di genere, sono infatti molteplici e hanno principalmente lo scopo di aumentare il reddito delle potenziali clienti e di migliorare la loro autonomia finanziaria, permettendogli così di stabilizzare la propria attività imprenditoriale e di migliorare il proprio status all'interno del nucleo familiare, aumentando la sua autonomia e libertà. Nei Paesi in via di sviluppo quindi, per portare avanti questa tipologia di obiettivi, non sono rare le associazioni di microcredito e microfinanza o le ONG, che hanno focalizzato la loro attenzione sulla creazione di prodotti e servizi finanziari rivolti specificamente ad una clientela femminile. Questo è il caso dell’ENDA INTER-ARABE in Tunisia.

ENDA INTER-ARABE, membro autonomo dell’Enda Tiers Monde[1], è un'organizzazione internazionale non-profit e non governativa, fondata nel 1990 in Tunisia dalla coppia Essma Ben Hamida[2] e Michael Cracknell[3] con un capitale iniziale di 20.000 TND. Al suo debutto, l'organizzazione ha iniziato nell’ambito di attività concernenti il settore ambientale, prima di imbarcarsi in quelle riguardanti lo sviluppo urbano. A differenza della BTS, L’ENDA infatti ha intrapreso la sua carriera di associazione di microcredito e microfinanza soltanto cinque anni dopo la sua nascita. È stato infatti nel 1995 che, con il sostegno della “ Ford Foundation”[4], che il programma dell’ENDA di microcredito è stato messo in campo. Dopo aver raggiunto la propria indipendenza finanziaria nel 2003, è stato nel 2005 che l’ENDA ha ricevuto l'autorizzazione ufficiale per poter esercitare le operazioni di concessione di microcrediti, da parte del Ministero delle Finanze e del Presidente della Repubblica[5]. Attraverso la sua rete, che ha 51 filiali sparse in tutto il territorio nazionale e il suo giovane team che conta circa 450 membri qualificati, dopo il lancio della sua attività e fino al 2008[6] l’ENDA ha concesso all’incirca 408.000 prestiti per un valore complessivo di 211 TDN a circa 135.000 clienti.

Tra questi clienti, una percentuale piuttosto elevata viene rappresentata poi da una consistente clientela femminile, poiché l’ENDA infatti, come la maggior parte delle organizzazioni di microcredito, ha deciso di rivolgersi quasi esclusivamente ad un pubblico femminile perché considerato l’elemento centrale per lo sviluppo del nucleo familiare e della società. A conferma di tale politica interna dell’associazione, i dati riportati sul sito dell’ENDA sottolineano come, almeno fino al 2008, le donne rappresentassero circa l’81% dei clienti attivi dell'ente.

Le motivazioni sottese a tale tipo di politica sono quanto mai lampanti: permettere alle donne di creare piccole attività generatrici di reddito attraverso il microcredito accordato, ha spesso contribuito alla promozione del benessere collettivo delle famiglie interessate, riportando così di riflesso il successo della mission dell’ENDA, ovvero il sostegno finanziario alle fasce più deboli della popolazione. Ciò è stato possibile proprio poiché che la politica mirata dell’ENDA, è sempre stata perfettamente cosciente del fatto che le donne sono i soggetti più interessati all'educazione dei figli, al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie della famiglia, al miglioramento delle abitazioni e del sistema d’alimentazione della famiglia. Per tutte queste ragioni, i prestiti richiesti all’ENDA da parte di soggetti femminili sono stati loro accordati, avendo la certezza che quel denaro sarebbe stato impiegato per permettere loro di rafforzare il proprio potere decisionale e il proprio status all'interno della famiglia e della comunità. All’interno dei prestiti richiesti all’ONG da donne, quasi il 60% di esse  richiedono microcrediti per impiegarli nell’avviamento di attività commerciali. A fronte anche dei servizi non finanziari che l’ente propone insieme al prestito, esse possono beneficiare di programmi di formazione in materia di contabilità, al fine di essere iniziate alle buone pratiche del mestiere in modo da non confondere le spese per il capitale e quelle per le proprie esigenze personali. All’interno della clientela femminile, l’ENDA ha poi stabilito anche una linea preferenziale di credito concessa a seconda dello stato civile della richiedente. L'ente preferisce infatti, quando si selezionano le clienti,  dare precedenza a coloro che vengono definite “familiarmente stabili”. Ciò può essere evinto dal fatto che, in base ai dati riportati fino al 2008 sul sito ufficiale dell’associazione, le donne single abbiano costituito appena il 20% della sua clientela, mentre percentuali ancor più basse vengono assegnate a donne vedove (3%) e/o divorziate (2%).

L'importanza del ruolo svolto dallo sviluppo della microfinanza sul miglioramento della vita delle donne, è generalmente riconosciuto nel discorsi portati avanti dal governo tunisino e dall’ENDA INTER-ARABE che ha costruito i propri programmi sulla base del cliente-donna, appunto. Allo stesso tempo però, alcune osservazioni sul campo e alcuni studi specifici hanno mostrato l’esistenza di un divario tra la retorica e la realtà sul tema in questione, ossia sull’effettivo contributo che microcredito e microfinanza possono dare al processo di empowerment femminile nel Paese.

Un primo dato importante da osservare, tenendo conto della possibilità delle donne di accesso al (micro)credito, è il fatto che in Tunisia le donne svolgono sì un ruolo importante nelle attività economiche del Paese, ma vengono coinvolte soprattutto in quel che è il settore lavorativo informale. Nel Paese dei gelsomini infatti, sebbene sia molto difficile vedere una donna  inattiva, allo stesso tempo però, soprattutto nelle aree rurali, il più delle volte esse vengono impiegate principalmente nei campi o al mercato, dove conducono gli affari; mentre nelle aree urbane esse tendono ad auto-finanziarsi attraverso il sistema delle tontine[7] per poter portare avanti le proprie piccole attività commerciali. Si capisce così come in quasi tutte le regioni del mondo in generale, e in Tunisia in particolare, le donne costituiscano la frangia della popolazione più povera, nonostante il ruolo essenziale che svolgono nel soddisfare i bisogni fondamentali delle famiglie. Per far si che il volto di tale disuguaglianza potesse scomparire, e che il ruolo delle donne potesse essere rivalutato, alla concessione di microcredito è stata incorporata la questione della lotta disuguaglianza di genere nella progettazione di programmi di microfinanza. Nelle success stories presentate sui siti delle varie associazioni di microfinanza, in primis quello dell’ENDA INTER-ARABE, l’impatto del ruolo che esse hanno avuto sulla vita delle donne viene sempre presentato come l’aver contribuito alla nascita di una “spirale virtuosa”, in cui ricevendo maggiormente dei prestiti di gruppo, le donne rafforzano le relazioni tra loro, possono avere un reddito e un patrimonio, hanno la possibilità di contribuire al reddito familiare, che può a sua volta aumentare il loro ruolo nel processo decisionale all'interno del nucleo familiare, migliorando così il loro benessere.

Sebbene tale faccia della medaglia sia veritiera, essa ha però anche il suo rovescio che non sempre viene presentato. Numerose sono infatti le istituzioni di microfinanza che lavorano con le donne più per sicurezza di un profitto che per motivazioni sociali. Come già osservato infatti, i prestiti concessi alle donne, manifestato un tasso di rimborso che è superiore a quello degli uomini, il che significa che essi rappresentano quindi degli investimenti più sicuri per le associazioni. Ciò lascia spazio alla formulazione dell’ipotesi per cui, anche laddove le donne abbiano possibilità di facile accesso ai prodotti di microcredito e di microfinanza, la realizzazione di una loro totale autonomia economica non è automatica, in quanto esse risultano sempre vincolate alla restituzione del credito (con il relativo tasso d’interesse) alle associazioni che le hanno puntate come clientela-target e che le vedono più come oggetti di profitto che come soggetti in via di sviluppo.

 

 

 

 

 

 

 



[1] Enda Tiers Monde è un'organizzazione internazionale fondata nel 1972 a Dakar, in Senegal. Essa ha attualmente 14 filiali in tutto il mondo, http://endatiersmonde.org/instit/ .

[2] Co-fondatrice e direttrice dell'Enda inter-arabe nonché presidente della rete Sanabel Microfinanza per  i Paesi arabi.

[3] Co-fondatore e segretario generale dell’Enda.

[4] La Fondazione Ford, con sede a New York, è una fondazione privata ad orientamento globale, nata nel 1936 con la mission di far progredire il benessere umano nel mondo, http://www.fordfoundation.org/

[5] Ibidem.

[6] I report consultabili sul sito dell’ENDA si fermano al 2008.

[7]  Il termine “tontine” richiama etimologicamente il nome di Lorenzo de Tonti, banchiere napoletano che ha immaginato ed iniziato questa pratica nel XVII secolo. Il meccanismo delle tontine, per essere precisi delle “tontine a rotazione”, consiste in un sistema in cui più persone mettono insieme periodicamente una certa somma di denaro e la destinano a vantaggio di uno di loro a turno, A. Sciortino, Le mille incognite del microcredito, in http://old.terrelibere.org/doc/le-mille-incognite-del-microcredito  pag. 1.