
Migliora la salute delle persone anziane ma cresce la domanda di cura e assistenza. A dirlo è l'Istat, in un report appena pubblicato dedicato a fotografare condizioni ed esigenze della popolazione over65 in Italia, un tema che su inGenere seguiamo da tempo.
Circa un terzo delle persone dopo i 65 anni presenta infatti una grave limitazione dell’autonomia, e per una persona anziana su 10 questo incide sia sulle attività quotidiane che su quelle della vita domestica (8,5% nell’Ue22), spiega il rapporto.
Parliamo di quasi quattro milioni di persone, di cui un milione con bisogno di assistenza o ausili perché non autonome nella cura di sé. Questa tendenza, conferma il rapporto, non è destinata a comprimersi, a causa del crescente invecchiamento della popolazione.
Il 43,2% delle persone over 65, dice il rapporto, dichiara almeno una patologia grave. La percentuale scende al 17% se le patologie croniche gravi sono almeno due. Tra i 75 e gli 84 anni la quota di coloro che hanno almeno una malattia cronica grave si attesta al 48,1% (52,4% tra gli uomini e 44,8% tra le donne) mentre la percentuale di quanti sono affetti da almeno due malattie croniche gravi è pari al 19,4% (22% tra gli uomini e 17,4% tra le donne). Tra gli anziani di 85 anni e oltre, poi, circa un terzo dichiara di essere affetto da almeno due patologie croniche gravi (34,1% tra gli uomini e 29,1% tra le donne).
Fonte: Istat, 2021
Se gli uomini hanno un'aspettativa di vita più bassa, le donne si ammalano di più di demenza e depressione (14,9% contro il 6,7 degli uomini, che dopo gli 85 anni sale al 20% contro un 10% per gli uomini) e hanno gravi difficoltà motorie. Nel camminare oppure salire o scendere le scale, spiega il rapporto, le anziane mostrano maggiori difficoltà già a partire dai 65 anni (+3,4 punti percentuali rispetto agli uomini) fino a un gap di genere di quasi 20 punti dopo gli 85 anni (59,1% per le donne contro 40,2% per gli uomini).
Fra le donne le maggiori difficoltà nel ricordare o nel concentrarsi si osservano dopo i 75 anni (16% contro 9,3% degli uomini). Mentre più attenuate sono le differenze di genere per le difficoltà nella vista e nell’udito in tutte le fasce di età.
"In un paese come l’Italia" dice l'Istat "caratterizzato da un elevato invecchiamento della popolazione, è di fondamentale importanza valutare il livello di autonomia degli anziani nelle attività quotidiane di cura della persona e fornire un contributo conoscitivo per la definizione di adeguate politiche sociosanitarie".
E resta ancora la famiglia il principale pilastro su cui si regge il lavoro di cura e assistenza, ma è un pilastro sempre più fragile che ha sempre più bisogno di essere sostenuto da politiche adeguate. Non sembra che ci siano grandi novità e impegni su questo fronte ed è bene tenere viva l'attenzione, soprattutto se il 44,2% delle persone over 65 con gravi difficoltà dichiara di non avere adeguati ausili o assistenza.
Nel confronto con altri paesi europei, l’Italia si colloca poco sotto la media dei paesi Ue22 (47,2%) per l'offerta di assistenza. Considerando che un terzo delle persone anziane ha problemi a spostarsi e camminare, e che il diritto alla mobilità è un principio ritenuto a livello europeo e internazionale essenziale per tutti, e in tutti i contesti di vita, si capisce che la strada dell'inclusione è ancora lunga.