Foto: Nuovo Imaie

Come stanno le donne nel mercato della musica

Dati
2 min lettura

A febbraio 2020, in concomitanza con il Festival di Sanremo, Nuovo Imaie, istituto mutualistico nato per sostenere chi lavora nel settore della musica, pubblicava i primi dati sulla presenza di interpreti e musiciste nell'industria discografica internazionale degli ultimi settant'anni. Oltre 700mila registrazioni musicali in 116 paesi, analizzati per ruolo ricoperto, fascia d'età e sesso, e tenendo conto del volume economico generato dalla diffusione delle canzoni.

Dal rapporto, emergeva che i ruoli da comprimari ricoperti da donne – vale a dire quelli menzionati nei crediti di un disco – sono 93.872 (9,46%) contro gli 898.938 (90,54%) dei colleghi. Più o meno simile la differenza per gli incarichi da primari – quelli che di solito compaiono in copertina – dove le donne sono 136.088 (7,44%) e gli uomini 1.692.000 (92,56%). In totale gli artisti maschi si attestano sui 2.590.938 (91.85%) a fronte delle 229.960 artiste donne (8,15%). Un andamento che si registra simile in tutti i paesi

Per quanto riguarda l’Italia, su 389.219 registrazioni musicali considerate, le donne hanno ricoperto 56.618 incarichi da comprimari, con una percentuale pari al 9,42%, a fronte dei 544.694 di comprimari maschili, corrispondenti al 90,58%. 71.105 (8,32%) sono invece le posizioni primarie ricoperte da donne e 783.539 (91,68%) quelle ricoperte da uomini.

La forbice si allarga nell'età fertile. Se fino ai 17 anni i ruoli da comprimari femminili sono stati 662 (19,50%) contro i 2.733 maschili (80,50%), e i primari 2.149 (10,93%) contro i 17.510 maschili (89,07%) tra 18 ai 34 anni il divario aumenta, per raggiungere dimensioni sempre più significative dai 35 ai 54 anni, dove le donne in posizioni primarie sono il 6,45% contro una presenza maschile che supera il 93%. Segno di una sproporzione dovuta probabilmente all'esperienza della gravidanza, che facilita l'uscita definitiva delle artiste dal mercato. 

Nonostante il divario sia così marcato, però, guardando ai diritti connessi allo sfruttamento delle opere da parte di radio, tv, streaming, locali pubblici, supporti audio, i dati di Imaie mostrano come il mercato italiano abbia "premiato" le musiciste.

Su un campione di 149.905 musicisti e un complessivo numero di diritti ripartiti pari a 117.858.153 euro, infatti, i numeri dicono che da un solo 7,44% di ruoli primari ricoperti da donne il valore economico generato è più che doppio rispetto alla loro presenza – pari al 16,78% e tra i 18-34 anni, addirittura al 32,06%.

"In valore assoluto non è sbagliato affermare che la musica femminile incontra di fatto i gusti del mercato più di quella maschile" commenta l'istituto in una nota "con una efficacia superiore anche nelle stesse performance del music business".

Da questi numeri e da queste osservazioni siamo partite per lo speciale che abbiamo dedicato alla presenza delle donne nell'industria discografica.

Leggi tutto lo speciale Taci anzi canta: le donne nell'industria discografica