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Un hub per la parità in ricerca e innovazione

Politiche
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Nel mondo industrializzato le donne iscritte alle facoltà di medicina e chirurgia sono circa il 70-80%, ma quelle che arrivano alla specializzazione in anestesia si riducono a un 40%. A dirlo è l'International women in intensive and critical care network (iWIN), nato a Barcellona nel 2017 da un gruppo di studio riunitosi intorno alla Declaration for equality and diversity.

"Nel 2017, le donne autrici di articoli scientifici, editrici di riviste scientifiche, dirigenti di aziende farmaceutiche o di biotecnologia, redattrici di linee guida e raccomandazioni nel campo dell’anestesia e della rianimazione erano meno del 10%, e ad alcuni congressi internazionali il numero delle relatrici era inferiore al 5%" spiega il network che nel 2019 ha organizzato il primo congresso mediterraneo.

Sono numeri, sottolinea il network, che diminuiscono tra le donne delle minoranze etniche. "Significa che le modalità lavorative sono dettate da comitati principalmente costituiti da uomini, a fronte di una cura a letto del malato fornita da medici o infermieri che sono principalmente donne". Prendiamo le biotecnologie: "sono disegnate per il 68% da ingegneri uomini, e usate nel 70% da giovani donne infermiere e medici impegnati con malati a letto".

Per spiegare le cause di questo divario, il network, articolato attorno a valori come innovazione, diversità, parità, advocacy e leadership, ha iniziato a organizzare una serie di congressi internazionali, con il patrocinio della Federazione mondiale di terapia intensiva, la Società australiana, neozelandese, canadese, spagnola e italiana di anestesia e rianimazione.

Dal 25 al 26 giugno 2021 la nuova conferenza ospiterà gruppi di studio e tavoli tecnici, composti da piccoli team, per l’elaborazione di progetti intorno ai temi della parità, dell'innovazione e della leadership inclusiva nella scienza e nella ricerca, selezionati da un comitato scientifico che raccoglie esperte ed esperti provenienti da più di 20 paesi.

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