Come sono inserite nel mondo accademico le economiste italiane? Che tipo di carriera fanno, e soprattutto: fanno carriera? Prova a rispondere un rapporto della Società italiana degli economisti (ed evidentemente delle economiste), che per la prima volta ha gettato un ampio sguardo di genere al settore, raccogliendo anche informazioni non desumibili altrove, per esempio i dati sulle scelte familiari.
Anche per le scienze economiche, il terreno guadagnato dalle studentesse è evidente. Per esempio i dottorati conseguiti da donne sono passati dal 39% nel 1998 al 52% nel 2006. Ma anche nel settore economico, così come in tutto il mondo accademico italiano analizzato in questo articolo appena pubblicato su inGenere, più si sale nella gerarchia e meno sono le donne. «Le economiste accademiche rappresentano il 28,5% del totale degli economisti in ruolo nelle università italiane», si legge nel rapporto, ma man mano che si sale «solo il 16,4% degli ordinari e il 26,9% degli associati sono donne; invece, all'inizio della carriera accademica, le donne sono pari al 42,4% dei ricercatori».
Interessante la “struttura” che la presenza maschile o femminile assume nel mondo accademico: «per le donne si osserva una classica struttura piramidale con al vertice le donne ordinario (il 21,1% del totale delle economiste), seguite dagli associati (26,6%) e alla base i ricercatori (52,3%); al contrario, per gli uomini la struttura assume una forma a “imbuto”, con la percentuale più consistente rappresentata dagli ordinari (43,2%), seguiti dagli associati (28,5%) e dai ricercatori (28,4%)». Certo per chi si sforza di guardare il bicchiere mezzo pieno, va detto che negli ultimi 12 anni la presenza di donne al vertice è aumentata del 62,3%, non tralasciando però di dire che la struttura piramidale è rimasta comunque invariata.
Ma fare carriera costa caro in termini di vita familiare? E le donne devono “pagare” di più rispetto agli uomini? «In generale, molte più donne che uomini risultano single e sembrano aver rinunciato ad avere figli», sottolinea il report. Anche se la differenza sembra vada attenuandosi tra le fasce di età più giovani, livellandosi però verso la rinuncia a fare figli.
«Per quanto riguarda la coorte giovane, le differenze tra i due sessi sono meno marcate: i single sono ampiamente diffusi tra uomini (22%) e donne (26%); altissimo il numero dei senza figli — il 44% delle donne e il 46% degli uomini. Le differenze più significative si registrano invece per la coorte mediana ed anziana. Guardando alla sola coorte mediana, il fenomeno è particolarmente rilevante per le donne che hanno fatto carriera: il 57% delle donne ordinario non ha figli (solo il 13% degli uomini) e il 29% è single».