Collaboratrice presso il CeRP (Center for Research on Pensions and Welfare Policies) e laureanda in economia e management internazionale presso l'Università di Torino, ha conseguito il Master in business administration in Belgio nel 2009 con una tesi in etica di business. Ha vissuto e studiato a Lecce, Firenze, Anversa, Roma e Torino. Interessata all'economia politica, al giornalismo e all'economia internazionale, si occupa anche di politiche pubbliche e disuguaglianze di genere.
ARTICOLI PUBBLICATI
Nonostante il numero di studentesse che frequentano facoltà scientifiche sia cresciuto, specie a partire dagli anni 70, le donne che hanno raggiunto i vertici nelle facoltà di tipo tecnico-scientifico sono ancora una sparuta minoranza. La difficoltà di coniugare famiglia e accademia è una delle maggiori cause. Un esempio di buone pratiche viene dalla Germania.
Violenza sulle donne, manca in Italia un sistema adeguato di raccolta dati. Nonostante la recente attenzione dei media verso il femminicidio, senza una capillare indagine statistica pubblica a livello nazionale si rischia di formulare politiche inefficaci e di non essere in grado di monitorarle. E si resta così nell'onda dell'emergenza emotiva
A Torino, nell'ambito del Digital for Jobs, si è svolto l'incontro delle geek girls italiane: storie di donne che lavorano nel mondo dell'informatica...
I programmi di alfabetizzazione finanziaria rivolti alle donne, quando ci sono, producono effetti positivi personali, familiari e anche generali. E questo succede ovunque, nei paesi avanzati e in quelli in via di sviluppo. Le banche hanno le loro colpe, ma invertire la rotta si può. Intervista alla consulente Ocse Sue Lewis.
Le imprese delle donne hanno resistito meglio alla crisi economica; eppure, le banche richiedono alle piccole imprenditrici tassi di interesse più alti o garanzie più onerose. Un problema antico, aggravato dalla stretta creditizia. Tra le proposte per risolverlo, il nuovo uso del Fondo nazionale di garanzia
È necessario occuparsi della finanza, prima che la finanza si occupi di noi. Ma le donne, in materia, sono insicure e meno preparate: il gender gap finanziario è significativo e non dipende da fattori geografici né demografici. Eppure, le donne sono più predisposte ad apprendere e a modificare i propri comportamenti