Nata a Milano il 2 Maggio 1972, laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l’Università Bocconi nel 1995, ha ottenuto il PhD in Economics presso la Università Pompeu Fabra di Barcellona nel 2000. Ha inoltre svolto periodi di studio e ricerca presso la Columbia University di New York e la Université Catholique de Louvain in Belgio. Attualmente è professore ordinario di scienza delle finanze all’Università Bocconi di Milano (dal 2005), Research Fellow di Econpubblica-Università Bocconi e Research Affiliate del CESifo di Monaco. Fa parte del comitato editoriale della rivista CESifo Economic Studies. Dal 2007 collabora con Il Sole 24 Ore, per il quale è esperta di temi di economia di genere e di promozione della partecipazione delle donne nell’economia e nella società. Sui temi del lavoro femminile è intervenuta in numerosi eventi organizzati da istituzioni, centri di ricerca, media. In precedenza è stata ricercatrice di scienza delle finanze all’Università degli Studi di Pavia e docente all’Università Pompeu Fabra di Barcellona. I suoi interessi di ricerca si rivolgono all’economia pubblica, ai sistemi di welfare (soprattutto pensioni e istruzione), all’economia di genere, alla political economics e all’analisi di sistemi di tassazione comparati. E’ autrice di numerose pubblicazioni. In particolare, ha pubblicato in diverse riviste internazionali di prestigio, tra cui Economic Journal, Oxford Economic Papers, Economic Policy, International Tax and Public Finance, European Journal of Political Economy, Public Choice. Ha inoltre curato per Routledge una serie di volumi sui sistemi fiscali in diverse aree del mondo. E’ sposata e mamma di due bambine, nate nel Gennaio 2001 e Febbraio 2008.
ARTICOLI PUBBLICATI
Divari di genere, un rapporto europeo racconta come sono aumentati sul lavoro e a casa durante la pandemia e come i diversi paesi hanno cercato di arginarli. E mostra quali sono le politiche su cui davvero conterebbe puntare
Dopo un anno di pandemia, con gli stravolgimenti che ne sono seguiti per l'organizzazione del lavoro, i dati ci parlano di uno squilibrio persistente nella gestione del tempo e dei carichi di cura all'interno delle famiglie. Un'occasione persa per cambiare?
Il lockdown ha cambiato qualcosa nella divisione del lavoro all’interno delle famiglie? Cosa dicono i dati sulle donne occupate in Italia
Quali sono stati in Italia i primi effetti dell'introduzione delle quote di genere nelle società quotate in borsa? Parlano i dati
Quindici giorni di congedo di paternità obbligatori, è la proposta di un emendamento alla legge di stabilità che renderebbe meno ampio il divario con altri paesi europei. Cosa possiamo imparare dalla loro esperienza
La presenza femminile nei cda di aziende quotate è aumentata grazie alla legge. Ma gli effetti positivi non si fermano ai numeri: i vertici risultano ringiovaniti (anche per la componente maschile), è aumentato il livello di istruzione, sono diminuiti i membri legati da rapporti di parentela e sono calate le posizioni multiple. Smentendo molte critiche preventive. Una ricerca fornisce tutti i dati
Per un breve periodo, dal 1993 al 1995, in Italia è stata in vigore una legge che introduceva le quote di lista alle elezioni comunali: nessun sesso poteva superare i due terzi dei candidati. Quel principio fu abolito da una sentenza della Corte costituzionale, ma a distanza di anni ancora se ne vedono i buoni risultati
Se il jobs act aveva lasciato l’amaro in bocca a chi sperava in un deciso cambio di rotta verso l’uguaglianza di genere, il DEF varato dal Governo lascia ben sperare. Indicazioni importanti arrivano su tre fronti: occupazione, istruzione e rappresentanza nelle liste elettorali. Vediamo quali
In Italia la presenza femminile ai vertici delle imprese è ancora molto scarsa. In agosto, però, è entrata in vigore la legge che impone alle società quotate di riservare alle donne almeno un terzo delle posizioni in consiglio di amministrazione. Un'analisi sulle consigliere attuali suggerisce che è fondamentale una selezione attenta a competenze e qualità, piuttosto che ai legami con le imprese. E va associata a processi di formazione dei nuovi membri dei consigli. Ne potrebbero trarre benefici significativi soprattutto le società la cui governance non è ottimale.
“A woman’s world”: la rivista “Finance and Development” del Fmi dedica un numero al genere, e a quel che frena la leadership delle donne. Un'analisi dei meccanismi di selezione e altri fattori che spiegano perché "le brave ragazze non ottengono l’ufficio d’angolo”. Con qualche proposta per rimediare, da Wall street all'India
Di fronte alle disparità che nascono nel mercato del lavoro, non è il livellamento forzato dell'età della pensione a garantire la parità di genere nei sistemi pensionistici. La flessibilità in uscita, con incentivi a restare al lavoro, può essere una risposta più efficace all'invecchiamento demografico