Dati

Monitorare i bandi di gara regolati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza è di cruciale importanza per ridurre il gap di genere nell'occupazione. Un'app aiuta a interpretare le prime informazioni su clausole di condizionalità e misure di premialità per le donne

Monitorare i dati su
genere e ripresa

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Foto: Unsplash/David Moore

A inizio aprile, grazie a un protocollo di collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), la Fondazione Openpolis ha potuto pubblicare in un’unica base dati liberamente scaricabile e riutilizzabile le informazioni relative ai bandi di gara aperti finora nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), con il rispettivo codice identificativo di gara (Cig), i dati sulla presenza o meno per ciascun bando, della clausola che prevede una quota occupazionale minima di donne e giovani; le informazioni sulla presenza o meno per ciascun bando di misure premiali per la parità di genere.

Con l'associazione Period Think Tank, nata con l'obiettivo di promuovere l’equità di genere attraverso un approccio femminista ai dati, abbiamo sostenuto e promosso tutte le campagne e le iniziative di pubblicazione dei dati aperti sul piano di ripresa italiano – come la campagna #DatiOggi  perchè senza dati aperti non è possibile monitorare l’impatto delle politiche pubbliche.

Abbiamo deciso quindi non solo di analizzare il dataset rilasciato da Openpolis e Anac in formato aperto, ma anche di offrire uno strumento di facile consultazione per chiunque voglia conoscere i bandi di gara sul proprio territorio e sapere se in questi siano presenti quote occupazionali minime o misure premiali per la parità di genere. Per fare questo abbiamo sviluppato una web app che permette di esplorare in modo immediato il dataset Anac incrociando a piacimento il territorio (regione, provincia, comune), le missioni del piano di ripresa, le quote occupazionali per donne e giovani e le misure premiali.

Oltre a poter visualizzare i dati con i filtri di ricerca scelti è anche possibile scaricare i dati per poter fare tutti gli approfondimenti e le analisi che si desiderano sfruttando al massimo le opportunità offerte dai dati aperti.

Le quote occupazionali minime e le misure premiali sono state una delle grandi novità introdotte con il piano di ripresa su scala nazionale. L’articolo 47 del decreto legge 77/2021 ha introdotto norme per favorire l’inclusione lavorativa delle donne (il cosiddetto gender procurement), dei giovani di età inferiore a 36 anni e delle persone con disabilità nell’ambito dei contratti pubblici finanziati con le risorse del Pnrr. In particolare, l’articolo 47, da un lato, prevede specifici criteri per l’ammissione alle gare pubbliche, connessi alla predisposizione di documenti relativi alla situazione del personale maschile e femminile e al rispetto delle norme che disciplinano il diritto al lavoro delle persone con disabilità e, dall’altro, ha stabilito che nei bandi sia previsto l’obbligo di assicurare che almeno il 30 % delle assunzioni necessarie alla realizzazione del progetto del piano di ripresa sia destinato a donne e il 30% ai giovani. Nei bandi si prevedevano anche clausole premiali per le imprese che promuovano la parità di genere. Le successive linee guida per l’attuazione dell’articolo 47 del disegno di legge 77/2021, adottate il 7 dicembre 2021, hanno purtroppo aperto la strada a numerose possibilità di deroga.

Abbiamo, quindi, deciso di analizzare dove fossero concentrate a livello territoriale e di missione le misure premiali e le quote occupazionali delle donne. In particolare, per fare questo, abbiamo dovuto mettere in relazione i dati riferiti ai bandi di gara individuati dal codice identificativo di gara (Cig), con i dati che associano i Cig ai codici unici di progetto (Cup) – con il supporto della guida redatta da #datibenecomune  per poter associare a ogni gara di appalto le informazioni dei progetti a essi associati.

I dati Anac sui bandi di gara Pnrr confermano purtroppo i timori e gli allarmi che numerose esperte e associazioni femministe avevano espresso all’indomani della pubblicazione delle linee guida sull’applicazione dell’art.47 del decreto legge 77/2021, vale a dire che senza un obbligo normativo di applicazione di quote e misure premiali non sarebbero state applicate strutturalmente e trasversalmente dalle stazioni appaltanti.

Sul totale dei codici identificativi di gara è emerso infatti che: il 96% non ha misure premiali per la parità di genere, solo il 4% lo prevede; il 68% non prevede obblighi rispetto a una quota di donne o giovani;  solo il 29% prevede quota di donne e giovani maggiore del 30%, quando vi è una vi è anche l’altra, ovvero quelle che prevedono una percentuale superiore al 30% di donne hanno anche più del 30% di giovani; il 3% rimanente ha quote inferiori al 30%.

La mancanza di trasversalità delle misure premiali e delle quote è confermata da una loro concentrazione perlopiù in ambiti dove è già presente una significativa presenza femminile, come le infrastrutture sociali, la sanità, il turismo, e le quote sono più basse proprio nelle missioni dove sono concentrate metà delle risorse economiche del Pnrr, vale a dire per le missioni 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica).

Infatti, tranne la missione infrastrutture per una mobilità sostenibile (28,4%) le altre 5 missioni hanno percentuali di misure premiali sul totale dei Cig al di sotto del 10%, e le due missioni con la maggiore percentuale dei fondi (52%) – vale a dire digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo e rivoluzione verde e transizione ecologica – raggiungono insieme solo il 5,6% (tabella 1).

Andando nel dettaglio, emerge anche che la distribuzione delle misure premiali non è uniforme all’interno delle missioni, ma concentrata su singole componenti al loro interno.[1]

Tabella 1. Percentuale di Cig con figure premiali associate, per missione del Pnrr

Fonte: dati Openpolis Anac 2023

Per quanto riguarda le quote occupazionale femminili superiori al 30% le percentuali sono più alte – in testa con il 56,7%, la missione infrastrutture per una mobilità sostenibile – però si confermano sempre agli ultimi due posti le missioni 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica) con rispettivamente il 28,7% e il 20,8% (Tabella 2). Anche in questo caso la distribuzione non è uniforme all’interno delle missioni.[2]

Tabella 2. Percentuale di Cig con quote associate >30%, per missione del Pnrr

Fonte: dati Openpolis Anac 2023

È importante sottolineare come la previsione dell’obbligo di assunzione di almeno il 30% di donne previsto dall’art.47 del decreto legge 77/2021 sia fondamentale per spiegare le differenze percentuali con le misure premiali caratterizzate invece dalla facoltatività della misura.

Le differenze fra obbligatorietà e facoltatività si riflettono anche nei dati territoriali: le regioni in cui risultano presenti il maggior numero di bandi di gara con misure premiali in relazione al totale dei bandi regionali sono Sicilia (9,2%), Campania (6,7%), Puglia (6,5%), Emilia-Romagna (6,2%), Lazio (5,3%). Mentre per quanto riguarda le regioni con il maggior numero di bandi con quota femminile maggiore del 30% in relazione ai bandi regionali sono: Friuli Venezia Giulia (43,9%), Veneto (41,4%), Umbria (37,5%), Emilia-Romagna (37,4%), Lazio (32,8%).

Un aspetto interessante è che all’interno della macro-categoria di "gare di grande entità", descritta in un approfondimento di Barbara Martini, dove per gare di grande entità si intende quelle il cui valore supera i 745.000 euro, si registra non solo un aumento delle percentuali delle misure premiali e delle quote occupazionali superiori al 30% rispetto ai bandi di gara inferiori a 745.000 euro, ma anche un incremento al loro interno fra il gruppo di bandi di gara superiori ai 10 milioni di euro e quelli che superano un valore di 100 milioni.

Viene spontaneo dunque domandarsi se il maggiore scrutinio pubblico legato a progetti di grande rilevanza economica non sia un fattore decisivo nel determinare una maggiore applicazione delle misure premiali e delle quote occupazionali di donne superiori al 30%.

In conclusione, è fondamentale sottolineare anche ciò che non è stato possibile analizzare. I dati disponibili non contengono informazioni sui motivi delle deroghe alle quote previste dall’articolo 47 e sarebbe invece molto importante conoscere le ragioni indicate per derogare ed eventualmente monitorare la fondatezza di tale utilizzo.

Inoltre, non sono riportati dettagli specifici sui bandi di gara che prevedono quote femminili al di sopra del 30%. Non sono disponibili le informazioni sulla distribuzione dell’importo economico e su differenti comuni, pertanto si è considerata all’interno delle analisi una distribuzione equa (ponderata) dei Cig sulle dimensioni. I dati disponibili non contengono poi informazioni sufficienti sull’urgenza e gli annessi motivi, nel 89,2% dei Cig infatti questo tipo di informazione non è disponibile.[3]

La diffusione dei dati Anac sui bandi di gara conferma, dunque, l’urgenza e l’importanza di avere dati aperti aggiornati sullo stato di attuazione dei progetti legati ai fondi Pnrr per poter non solo essere informate, ma anche avere strumenti per rivendicare interventi efficaci a chiudere i grandi divari ancora presenti nel paese, a partire da quelli di genere.

Sarà fondamentale, per questo, disporre in formato aperto dei dati inerenti la misurazione dell’impatto dei progetti, come per esempio la distinzione per genere dei beneficiari e delle beneficiarie delle misure. 

Nel frattempo, grazie a strumenti come l'app che abbiamo sviluppato, possiamo attivarci da subito nei territori in cui viviamo per chiedere, numeri alla mano, maggiore attenzione ai nostri comuni sul rispetto trasversale delle quote occupazionali previste dell’art.47 del decreto legge 77/2021. 

Note

[1] La componente che ha il maggior numero di Cig con misure di premialità in proporzione è Rete Ferroviaria ad alta velocità/capacità e strade sicure con il 30,8% (appartenente alla missione 3). La restante parte delle componenti si attesta con una percentuale al di sotto del 10%.

[2] La componente che ha il maggior numero di cig con quote femminili >30% in proporzione è Intermobilità e logistica integrata con il 75% (appartenente alla missione 3) seguita dalla Rete ferroviaria ad alta velocità/capacità e strade sicure (M3) con il 55,2%. La quasi totalità delle componenti si assesta infatti sopra al 20%. L’unica componente che risulta sotto il 20% è digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo (missione 1) con il 13,8%.

[3] Tuttavia, per i pochi dati disponibili sottolineiamo che solo il 14,5% dei progetti urgenti prevede misure di premialità. Nello specifico, nessun progetto che prevede misure di premialità risulta urgente per le missioni rivoluzione verde e transizione ecologica e digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura turismo. La percentuale migliora, raggiungendo il 40,4% per i Cig con quota femminile >30%. In particolare, le missioni con quota femminile >30% e maggior presenza di progetti urgenti sono Inclusione e Coesione con il 60% e rivoluzione verde e transizione ecologica con il 47,8%. Sono invece assenti progetti urgenti con quota femminile >30% per le missioni salute e infrastrutture per una mobilità sostenibile.