A livello globale, le donne rappresentano il 40 per cento della forza lavoro di mercato, ma svolgono da 2 a 10 volte in più rispetto agli uomini attività domestiche e di cura non retribuite. Una su tre sperimenta una forma di violenza fisica o sessuale durante la vita, ogni giorno sono ancora più di 500 le donne e le ragazze che nei paesi in situazioni di emergenza muoiono durante la gravidanza e il parto per la mancanza di personale sanitario qualificato e aborti non sicuri, circa 800 milioni sono state spose bambine. Almeno 200 milioni di ragazze e donne che vivono oggi in 30 paesi hanno subito mutilazioni genitali, circa 44 milioni sono bambine e adolescenti con meno di 14 anni ed entro il 2030 rischiano di raggiungere i 68 milioni se non aumenterà l’impegno per fermare la pratica.
Sono i numeri resi noti dal nuovo Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo redatto dal Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite (Unfpa), quest'anno pubblicato prima del solito per celebrare cinquant'anni di attività e lanciare un segnale preciso: il mondo si trova in una situazione di crisi umanitaria senza precedenti, con 136 milioni di persone che nel 2018 hanno avuto bisogno di aiuti per disastri, guerre, siccità.
Dal 2008, ogni anno circa 25 milioni di sfollati hanno lasciato il loro paese per ragioni climatiche, soprattutto per tifoni e uragani, e almeno una donna su cinque tra le rifugiate o sfollate ha subito violenza sessuale.
"Affinché la maggior parte dei paesi possa raggiungere tutti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) per la salute, sono necessari fino a 371 miliardi di dollari all'anno entro il 2030" sottolinea l'Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos) che ha diffuso in Italia il rapporto, presentato ieri in contemporanea mondiale in più di 100 città. In questo modo "la mortalità materna sarebbe dimezzata, 400 milioni di nascite non pianificate e 10,8 milioni di morti da Hiv/Aids sarebbero evitate".
Il rapporto, che si apre con la testimonianza di sei donne di 60 anni e si chiude con i racconti di sette donne di 35 vissute in angoli diversi del pianeta, ripercorre la storia internazionale più recente e racconta cosa è accaduto ai diritti delle donne, in particolare a quelli sessuali e riproduttivi a 25 anni dalla Conferenza del Cairo e a 50 anni dalla nascita dell'Unfpa.
Negli ultimi cinquant'anni "sono stati fatti notevoli progressi per la salute e i diritti sessuali e riproduttivi. Nonostante ciò, centinaia di milioni di donne ancora oggi affrontano barriere economiche, sociali, istituzionali e di altro tipo che impediscono loro di prendere decisioni sul proprio corpo e sulla propria salute" commenta Aidos. "Il perseguimento dei diritti e della libertà di scelta è un processo continuo: il nuovo Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo illustra, attraverso dati aggiornati, a che punto siamo e cosa c’è ancora da fare".