Laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l’Università Bocconi nel 1993, ha ottenuto il Dottorato di Ricerca in Economia Politica presso l’Università Bocconi nel 1997 e il D.Phil in Economics presso l’Università di Oxford, Nuffield College, nel 2000.
Attualmente è professore associato di scienza delle finanze all’Università Bocconi, dove ha ricoperto in precedenza il ruolo di ricercatore. E’ direttore di Econpubblica, Centro di Ricerca sull’Economia del Settore Pubblico dell’Università Bocconi. E’ inoltre Research Fellow del CESifo di Monaco, Research Affiliate del Centro Dondena sulle dinamiche sociali e del Centro Luca D’Agliano. Dal 2007 collabora con Il Sole 24 Ore in qualità di esperta su temi di occupazione femminile. Relatore a numerosi eventi nazionali e internazionali presso Università e istituzioni sul tema delle pari opportunità.
I suoi interessi di ricerca si rivolgono all’economia pubblica, ai sistemi di welfare (in particolare pensioni e istruzione), ai fenomeni e alle politiche migratorie e all’economia di genere. Ha pubblicato in riviste di prestigio, tra cui, Economic Journal e Journal of Public Economics ed è autrice di contributi su libri con editori nazionali e internazionali.
ARTICOLI PUBBLICATI
Gli stereotipi di genere ostacolano la carriera delle donne in ambito accademico a partire dai processi di selezione, soprattutto in settori a forte presenza maschile come quello economico. Lo studio di tre economiste italiane su 25mila lettere di referenze
Quindici giorni di congedo di paternità obbligatori, è la proposta di un emendamento alla legge di stabilità che renderebbe meno ampio il divario con altri paesi europei. Cosa possiamo imparare dalla loro esperienza
Per un breve periodo, dal 1993 al 1995, in Italia è stata in vigore una legge che introduceva le quote di lista alle elezioni comunali: nessun sesso poteva superare i due terzi dei candidati. Quel principio fu abolito da una sentenza della Corte costituzionale, ma a distanza di anni ancora se ne vedono i buoni risultati
Molto si discute di diseguaglianza e distribuzione dei redditi, ma mai lo si fa in una prospettiva di genere. Non è una sorpresa che il numero di donne diminuisca al salire del reddito: quali sono le cause? Una ricerca su dati inglesi e canadesi fa il punto.
Se il jobs act aveva lasciato l’amaro in bocca a chi sperava in un deciso cambio di rotta verso l’uguaglianza di genere, il DEF varato dal Governo lascia ben sperare. Indicazioni importanti arrivano su tre fronti: occupazione, istruzione e rappresentanza nelle liste elettorali. Vediamo quali
“A woman’s world”: la rivista “Finance and Development” del Fmi dedica un numero al genere, e a quel che frena la leadership delle donne. Un'analisi dei meccanismi di selezione e altri fattori che spiegano perché "le brave ragazze non ottengono l’ufficio d’angolo”. Con qualche proposta per rimediare, da Wall street all'India
Di fronte alle disparità che nascono nel mercato del lavoro, non è il livellamento forzato dell'età della pensione a garantire la parità di genere nei sistemi pensionistici. La flessibilità in uscita, con incentivi a restare al lavoro, può essere una risposta più efficace all'invecchiamento demografico