Non è facile né molto frequente misurare il gender gap anche in termini di ricchezza. I risultati di uno studio tedesco fanno emergere un divario significativo, che cresce all'interno delle coppie sposate. Dati nei quali si intrecciano cause diverse: i redditi e i lavori, le eredità, lo status, e le questioni di potere contrattuale. Che diventano cruciali in caso di separazione
Uno degli ostacoli principali all’analisi, nella letteratura empirica, del gender gap nella ricchezza è la mancanza di informazioni complete sui patrimoni a livello individuale (Deere and Doss, 2006). Per la Germania, utilizzando il database del panel Soep (1) del 2002, vengono fuori chiare indicazioni empiriche di un significativo divario grezzo di ricchezza tra uomini e donne di circa 30.000 euro, che arriva a 50.000 euro per i partner delle coppie sposate (si vedano gli indicatori complessivi nella tabella 1).
Usando vari metodi di analisi dei dati, il risultato che si ottiene mostra che il gender gap nella ricchezza è dovuto soprattutto a differenze nelle caratteristiche di uomini e donne. Di gran lunga il fattore più importante per spiegare queste differenze è il reddito individuale e l’esperienza nel mercato del lavoro, in particolare ai due lati estremi della distribuzione di ricchezza, nelle posizioni più alte e in quelle più basse. Invece nelle posizioni intermedie le differenze sembrano determinate per lo più dal modo in cui le donne trasformano le loro caratteristiche in ricchezza, cioè dalla “funzione della ricchezza”.
L’accumulazione della ricchezza è il risultato dei patrimoni già acquisiti, di redditi e consumi correnti e del tasso di rendimento. Dunque, le differenze di genere nell’accumulazione della ricchezza possono essere dovute a ciascuno dei questi fattori. In primo luogo, uomini e donne sono diversi nella permanenza sul mercato del lavoro: le donne svolgono di più lavori a basso reddito e part time, e questo di conseguenza determina un minore accumulo di ricchezza per loro, a causa delle minori entrate. Si ritiene inoltre che le donne abbiano una più alta avversione al rischio e una tendenza a investire con maggiore prudenza, cosa che da un lato determina minori guadagni, ma dall’altro le mette al riparo dall’esposizione a rischi maggiori nei momenti di crisi/depressione economica. Altri fattori che si ritiene abbiano un impatto nell’accumulo di ricchezza sono le differenti probabilità di possedere una casa, le diversità nella struttura familiare e le differenze nei modelli matrimoniali, con le donne che si sposano a un’età più giovane rispetto agli uomini.
Può darsi ci si preoccupi poco del divario di genere nella ricchezza all’interno delle coppie perché le leggi in molti paesi europei in materia di divorzio assicurano una ripartizione paritaria del patrimonio (2). Tuttavia, differenze nella proprietà della ricchezza tra i partner molto probabilmente influiscono sul (o sono il risultato del) potere di negoziazione tra i partner, e perciò hanno effetti sul benessere individuale così come succede per il reddito (Pahl, 2001). Inoltre le proprietà pregresse di ricchezza, cioè quelle che ciascun partner aveva prima del matrimonio, non sono soggette a ripartizioni 50-50 dopo il divorzio: dunque uno svantaggio di ricchezza pre-esistente alla coppia rivivrebbe dopo la separazione. Va notato inoltre che queste leggi sul divorzio che prevedono una ripartizione al 50-50 non sono lo standard in tutti i paesi, e di sicuro non lo sono negli Stati Uniti, dove gli stati con common law sono una minoranza. Questo tema è di estrema importanza, ed enfatizza l’importanza di analizzare il gap di genere riguardo alla ricchezza, specie all’interno delle coppie. In più il divorzio può essere l’ultimo passo che conclude un percorso caratterizzato da mancanza di cooperazione nella vita di coppia, e in questi casi è di solito il partner più ricco ad avere maggior potere di negoziazione.
Tabella 1: gender gap relativo nella ricchezza (uomini/donne) sulla base della ricchezza media nelle coppie, Germania 2012.
NOTE
(1) SOEP è un’indagine socioeconomica condotta dell’Istituto DIW di Berlino che raccoglie dati ogni anno su circa 11mila famiglie
(2) La legge in Germania e in molti altri paesi europei considera la condivisione dei beni (e dei debiti) solo per la ricchezza accumulata durante il matrimonio. La ricchezza accumulata prima del matrimonio rimane nelle mani del proprietario originale e non viene toccata dal divorzio. Le eredità durante il matrimonio non sono considerate tra i beni accumulati congiuntamente, perciò rimangono interamente in mano all'erede. Tuttavia questo è vero per il valore monetario della sola eredità originale ed esclude eventuali guadagni di capitale o valore aggiunto. I contratti matrimoniali possono anche essere scritti in modo da deviare da queste regole standard contenute nelle leggi sul divorzio. Perciò, per esaminare se esiste un divario di genere nella ricchezza è importante sapere quale partner possiede uno specifico patrimonio dato che in caso di divorzio solo la ricchezza accumulata insieme sarà eventualmente ripartita tra i partners.