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30% di donne in parlamento, è una festa? Sui seggi del M5s le donne sono arrivate a valanga, trovando cancelli aperti. Mentre a sinistra sono riuscite a forzare l'orrendo "porcellum", ma sono rimaste fuori laddove c'era il voto di preferenza, nelle regioni. Il che ci consegna qualche lezione, tecnica e politica

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Nel settembre 2012, quando scoppiò in Lazio il caso di Franco Fiorito e via via si seppe quale buon uso si era fatto della riforma del Titolo V della Costituzione - licenza di uccidere in ogni regione, in ecumenico spirito federalistico, qualsiasi regola di buon senso e di buona amministrazione nell'uso del denaro pubblico – molti e molte drizzammo le orecchie. Attenzione agli anatemi contro “il populismo” e “l'antipolitica”, andavamo dicendo laddove trovavamo qualcuno disposto ad ascoltarci. La rabbia e il furore non possono che trovare dei canali esterni al sistema dei partiti come oggi lo conosciamo, nel quale, se la corruzione non è uguale per tutti, certamente la connivenza lo è stata e lo è, almeno nell'ultimo decennio.

Come ha detto una giovane esponente del M5s: “Se anche non ti interessi di politica, lei prima o poi si interesserà di te”. Nel senso che ti indurrà ad indignarti, a ribellarti, perché entrerà nella tua vita mostrando la sua ingiustizia. E poiché i partiti storici non hanno più modi di incanalare e civilizzare la ribellione e il ricambio (sono finite da tempo la Fuci e le Frattocchie e forse molte lettrici e lettori non sanno nemmeno di che parlo) (1), ecco che c'è bisogno di qualcosa di radicalmente altro. Perché mai, in un paese dove la disoccupazione giovanile supera il 36%, i giovani e le giovani dovrebbero votare docilmente Pd o Lista Monti, soprattutto se dalle colonne di ogni quotidiano leggono che autisti, fidanzati, portaborse di qualsivoglia politico possono aspirare – curriculum esenti - almeno a un discreto contratto a tempo indeterminato?

Se i luoghi in cui si esponevano queste preoccupazioni erano femministi, o vicini al femminismo, ci si sentiva rispondere con la favola bella della trasversalità: promozione delle donne dovunque esse siano, perché la democrazia paritaria è un fatto di giustizia. Promozione delle donne dovunque esse siano, perché sapranno riconoscersi a vicenda nella loro identità e nei loro comuni bisogni. Purtroppo però, mentre sognavamo la democrazia compiuta e paritaria, tratti e fenomeni post democratici mordevano come un serpente la mela dei nostri ideali e ci guastavano la festa del 30% di donne in parlamento. Più che in Francia, in Inghilterra, negli Stati Uniti, quasi come in Germania. Già, ma per far cosa? Per tornare a casa fra qualche mese scornate e deluse?

Per qualche tempo, comunque, nella stagione delle primarie del Pd, sul M5s si è messa la sordina. Quanto potevano contare 20.252 partecipanti alle “parlamentarie” di fronte al trionfo dei tre milioni e mezzo di votanti alle primarie del Pd alla fine di novembre? Anch'io ero cascata nella trappola, fino a che  un ingegnere informatico mi ha spiegato che il numero non era casuale, rappresentava il risultato di una curva temporale condizionata dalla quantità di controllori affidabili, capaci di verificare in tempi certi l'irreprensibilità penale dei prescelti e di prevenire l'inserimento in rete di interessi lobbistici.

Già, mai poi c'era anche il terribile maschilismo ostentato di Beppe Grillo, l'irrisione faziosa sul “Punto G” di Federica Salsi. In un contesto, quello di Palazzo d'Accursio a Bologna, che sembrava manifestare sintomi di ribellione: insomma qualche stella sembrava oscurarsi.

Invece eccoci qui, con il trionfo del movimento che si qualifica anche come il gruppo a maggior percentuale di donne nel parlamento italiano a pari merito con il Pd, favorito però, quest'ultimo, alla camera dal premio di maggioranza che ha permesso di scendere nelle liste fino alle collocazioni meno sicure. Controprova senato: M5s 46,3%, Pd 39,4%.

La sorpresa, oltre che politica, è culturale. Ma come? Dopo estenuanti battaglie, bracci di ferro infiniti con i segretari di partito, che datano dal lontano 1987, passando per le quote, il riequilibrio della rappresentanza fino alla democrazia paritaria, arrivano queste ragazze, ignoranti di tutto (nel senso più neutro e metafisico della parola) e ci superano in corsa senza nemmeno un po' di fiatone? Come è possibile?

In parte la spiegazione è generazionale. Il loro deputato più vecchio ha 39 anni, da soli i M5s hanno svecchiato di quasi dieci anni l'età media dei nostri rappresentati. Dunque, per la prima volta non c'erano guardiani dei cancelli. C'era un guru assai berciante, e un Mister Hide un po' sinistro, ma avevano altro da fare che badare ai cancelli. Mancava il ceto politico che fa da filtro a vassalli, valvassori e valvassini. Perciò avanti tutti, anche le ragazze, esattamente come succede nelle professioni quando c'è da competere. E non è da escludere che a Grillo non sia dispiaciuto questo particolare sberleffo a un Pd così “politicamente corretto”.

Ora con un po' di tremore seguiamo le goffaggini di Marta Grande (25 anni) e di Roberta Lombardi, capogruppo alla camera, qualche anno di più, e blogger confusionaria. Si faranno? Forse sì. E non mi viene voglia di incorniciarle nei loro primi strafalcioni da principianti.

Anche perché il gioco non finisce qui. E sui limiti dei grandi partiti non abbiamo ancora affondato fino in fondo il coltello. Un'occhiata alle regionali del Lazio, del Molise e della Lombardia si impone. Nel Lazio sono state elette solo nove donne su cinquanta consiglieri, di cui quattro nel listino di Zingaretti (di fatto nominate), una nella lista di Storace (Olimpia Tarsia, nota per la sua guerra alla legge 194) e quattro nel M5s. In Lombardia le consigliere sono quindici su ottanta, di cui tre del M5s. In  Molise due  su venti, di cui una M5s.

Morale: l'orribile “porcellum” agisce paradossalmente come uno strumento di garanzia, dove una nomenclatura che tutela la sua continuità tende a straripare, a meno di regole certe, come la disposizione a cerniera - un uomo, una dona, un uomo... - nelle liste. Quando, invece, la nomenclatura non è ancora consolidata (M5s) è possibile per una donna passare sotto le forche caudine della preferenza unica: infatti si può vincere con poco più di duemila preferenze, mentre nel Pd ne occorrono almeno dieci volte tante.

Corollario tecnico della morale: se – come tutti ci auguriamo – verrà rapidamente riformato “il porcellum”, bisogna precipitarsi a ottenere la doppia preferenza di genere, altrimenti balleremo una sola estate, tanto quanto durerà questo parlamento, dunque nel senso letterale del termine.

Corollario politico della morale: ma perché solo a un uomo, con il suo corredo di maschilismo e gigioneria, riesce di rompere le righe, di mettere in campo, insieme al suo carisma, la sua forza muscolare di forzare i cancelli e di lasciare entrare altre e altri più giovani che, chissà, forse impareranno e ci stupiranno non sempre per il peggio? Perché a una donna, o a più donne insieme ad altre, manca questo coraggio o questa sfrontatezza, anche se nel portare milioni in piazza non sono seconde a nessuno? 

 

Note

(1) La Fuci, federazione universitari cattolici italiani, nata nel 1896 e prosperata fino alla fine degli anni Settanta del Novecento per poi vivacchiare in maniera sempre più stentata, raccoglieva le migliori intelligenze cattoliche (anche femminili, seppure in esigua minoranza) che, dopo aver dato prova di dedizione nelle parrocchie e nell'Azione cattolica, confluivano nell'associazione che raccoglieva la crème e preparava la classe dirigente futura.

“Le Frattocchie”, da non confondersi con il banale paese di Frattocchie dove ha sede, è la mitica scuola di partito del Pci, situata in una villa di inizio secolo nei Castelli romani. Lì arrivavano, selezionati dalle sezioni e dalle federazioni, i migliori giovani quadri e si sottoponevano a lunghi corsi impegnativi per orario e quantità di nozioni che potevano durare anche mesi. Pochissimi gli svaghi, severa la disciplina, unica distrazione il ping pong, soprattutto fino a che i corsi venivano rigorosamente divisi per sesso. Dopo la caduta del muro di Berlino “Le Frattocchie” sono cadute in disuso. Comparve, poco dopo l'elezione di Bersani la notizia che il segretario intendeva richiamarle a nuova vita, ma è l'acqua in cui nuotano i pesci (le sezioni di un tempo) a non esistere più. Dunque è quasi impossibile pescare i pesci giusti.