
Economista, Ph.D alla University of Cambridge, è docente presso il Dipartimento di Economia e management dell’Università degli Studi di Trento. Il suo campo di ricerca principale è l’economia del lavoro. È autrice di numerosi studi con riferimento specifico alle dinamiche dell’occupazione e della disoccupazione. Ha dedicato una parte rilevante dell'attività di ricerca degli ultimi anni alle problematiche connesse con l’integrazione delle donne nel mercato del lavoro.
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Oltre il family act, con le disuguaglianze familiari che la pandemia ha messo ancor più in evidenza, è il momento di parlare chiaro: per garantire la parità, dentro e fuori dalle case, servono più giorni di paternità obbligatori e dati su padri e nascite
Come l'Italia è passata da uno a sette giorni di congedo di paternità obbligatorio e cosa resta da fare per adeguare la normativa alla direttiva europea
La recessione innescata dalle misure di contenimento della pandemia sta avendo un impatto specifico sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il commento a partire dagli ultimi dati su occupati e disoccupati in Italia
Aumento crescente delle assunzioni a termine e una concorrenza al ribasso che ha visto sempre più giovani occupare posti dequalificati rispetto al livello di istruzione raggiunto. Come ha funzionato la ripresa nel mercato degli ultimi dieci anni
Il governo approva i decreti delega del Jobs Act, tra le altre misure innalza il tetto del reddito da lavoro accessorio da 5000 a 7000 euro. Pochi giorni fa il presidente dell'INPS Tito Boeri avvertiva: il lavoro accessorio è la nuova frontiera del precariato. Ecco cosa sono e come funzionano i voucher o buoni lavoro, come e da chi vengono usati e cosa ci rivelano i dati
Alcuni economisti vedono solo il buco, l'occupazione che diminuisce. Altri la ciambella, il contenimento dello sfruttamento, soprattutto nei lavori atipici tanto diffusi tra le donne
Il 29,9% degli italiani è a rischio di povertà ed esclusione sociale. Condizione che riguarda il 24,8% della popolazione Ue. Da noi, a rischio soprattutto bambini, giovani e quanti vivono in affitto. Ma l'Europa che ha fatto dell'inclusione sociale il perno della strategia 2020 rischia di fallire l'obiettivo. Mentre in Italia non regge più l'unico cuscinetto che ammortizzava i colpi: la famiglia
Finora sono poche le domande delle imprese per godere degli incentivi fiscali alle assunzioni dei giovani. Ma i numeri complessivi non dicono tutto: bisogna valutare anche quante di queste assunzioni ci sarebbero state comunque, anche senza sgravi. Gli incentivi funzionano solo se selettivi e molto mirati; e soprattutto, è sbagliato attendersi da queste misure la creazione di posti di lavoro
Un terzo delle lavoratrici italiane è a tempo parziale; ma oltre la metà di loro vorrebbe lavorare a tempo pieno. Così il part time, da strumento per incentivare l'occupazione femminile, diventa terreno di una guerra tra povere. E finiscono per restare escluse proprio quelle donne potenzialmente disponibili a lavorare a part time
Il tasso di disoccupazione non dice tutto. Tra le persone ufficialmente "inattive" c'è una massa pronta al lavoro. E predominano le donne. I nuovi indicatori dell'Istat ci permettono di tracciare la mappa del tesoro femminile sprecato: 3,6 milioni di "forze di lavoro potenziali", più 386mila sottoccupate part-time
I tre nuovi indicatori introdotti nel 2011 dall'Eurostat, che forniscono informazioni che vanno oltre la distinzione convenzionale tra occupati, disoccupati ed inattivi.
Sono il 15,4% dei giovani europei, 2 milioni e 200mila in Italia: giovani che non lavorano e non studiano. Un Rapporto Eurofound ci dice dove sono, e come sono cresciuti con la crisi. E ne calcola i costi economici: se solo il 20% dei Neet italiani potesse lavorare, ci sarebbe un beneficio di 6,5 miliardi di euro all'anno